martedì 17 aprile 2018

La caccia di  De Magistris ai sottomarini atomici americani
 La politica estera di Masaniello




La storia del Sindaco De Magistris  che a colpi di delibere comunali  vuole portare Napoli  fuori  dalla Nato è degna di un film di Totò.  
Quel che invece non è degno della produzione cinematografica del grande comico napoletano,  è la reazione  delle istituzioni.  A cominciare  dal Comandante della Capitaneria di Porto, Contrammiraglio Arturo Faraone,  che ha riposto al Sindaco, a proposito del presunto sottomarino atomico americano, che prima di bombardare Assad  (cosa da provare), sarebbe passato per il Golfo di Napoli (altra cosa tutta da provare), ricorrendo al più classico degli scaricabarile. In sintesi: "Noi discipliniamo, non autorizziamo, compito che quest’ultimo che spetta al Ministero della Difesa".  Insomma, replica,  tipo "ma che colpa abbiamo noi...".    
E il Ministero della Difesa? Silenzio assoluto. Gentiloni? Forse parlerà oggi. Forse.
Ovviamente i Social, soprattutto quelli dalla parte di Putin e non sono pochi, si sono scatenati nelle ipotesi più fantasiose.  Ma questo fa parte del gioco. Ciò che manca, ma a livello istituzionale, è il coraggio di rimuovere subito  un contrammiraglio, che quasi si è scusato con  De Magistris, accettando la versione di Masaniello.  Del resto un  Governo Gentiloni  che,   fino a qualche  giorno fa,   dichiarava (in sintesi):   "Sì, siamo nella Nato,  ma non mettiamo a disposizione le nostre basi per azioni di attacco", non poteva non reagire come le tre famose scimmiette.
Perciò è ovvio che politici così codardi  poi rispondano alle delibere del Masaniello di turno,  facendo finta di niente.  E Il Ministero della difesa?  In particolare  i tecnici, che ne costituiscono l'ossatura?   Aspettano ordini. Come l’Otto Settembre.  Non ci si muove, dal momento che forse gli americani si sono alleati con i tedeschi… Anzi questa volta con i russi.  Per citare la famosa battuta dell'incredulo  tenente, interpretato da  Alberto Sordi in “Tutti a Casa”.
In realtà,  il rischio che l’Italia di oggi si allei non con i tedeschi, ma con Putin, c’è.  Forze politiche come  Lega e Cinque Stelle, nonostante  il posticcio atlantismo dell’ultima ora dell’onorevole Di Maio,  guardano con favore al piccolo zar moscovita.  E come si dice, da cosa nasce cosa: un sottomarino oggi, qualche sanzione in meno domani,  un gasdotto dopodomani, e così via.      
E di questo problema - ossia del rovesciamento delle alleanze -   come nota oggi Angelo Panebianco sul “Corriere”, Mattarella, nel prosieguo della consultazione,  dovrebbe tenere assolutamente conto. Dovrebbe...  Anche perché in gioco, oltre alla collocazione geopolitica dell’Italia, c’è la difesa di un patrimonio di valori, da quelli liberali a quelli dell’economia di mercato,  nerbo della cultura occidentale.  Non certo dell'insondabile e inquietante anima slava,  Valori di libertà, i nostri, sui quali il Sindaco di Napoli,  balla una tarantella, degna di Masaniello, che però potrebbe finire in modo tragico. Non per lui, ma per gli italiani. Anche perché i napoletani poi  si mettono sempre d'accordo con tutti...
Infatti, la storia è ricca di sorprese, brutte sorprese. Dove non giunsero,nel 1948, i carri armati sovietici, potrebbero giungere, oggi nel 2018, quelli russi,  di Putin,  preceduti però, da consiglieri politici e militari, giornalisti, banchieri e faccendieri. Così per  agevolare...     
Diciamo una cosa complottista…  Una tantum.  Care Procure, sempre così solerti, perché non indagare sui rapporti tra   Salvini, Di Maio,  Casaleggio, Grillo,  De Magistris  e la Russia di Putin? 

Carlo Gambescia