mercoledì 7 febbraio 2018

 Alain de Benoist censurato dalla Fondazione Feltrinelli
Vergogna!



Conosco personalmente Alain de Benoist, da almeno un quarto di secolo.  Parlo di un uomo gentile, leale, dalla cultura straordinaria e dalle  immense capacità di scrittura e pensiero, doti che lo conducono ad abbordare in modo critico  le principali questioni politiche, economiche e sociologiche. E ultimamente addirittura di filosofia della scienza e dinamica del pensiero.  
Se fosse di sinistra, e se esistesse un  nobel per la filosofia politica, ne avrebbe già ricevuto uno.  Il punto è che Alain,  non è neppure di destra.  Anche se -  è vero -   proviene dal quel mondo. Che dire? Errori di gioventù...  
In realtà, siamo dinanzi  a  un pensatore puro, nel senso che dice quel pensa, e prima di scriverlo lo pensa lungamente, documentandosi in modo esemplare, direi unico.
Ora,  questo eccellente  filosofo della politica non potrà parlare alla Fondazione Feltrinelli, perché un gruppo di semisconosciuti  scienziati della politica, di sinistra ed evidentemente con forti addentellati istituzionali, ha  indirizzato alla Fondazione una pubblica lettera di protesta, dove si legge che de Benoist non deve parlare a Milano, perché in “Italia come in Europa” le sue “idee (…) informano la linea di attori   di estrema destra diversi e con diverse potenzialità -  tra cui la Lega o la più marginale CasaPound -  la cui comune ambizione è parlare a un pubblico più largo dei soli nostalgici fascisti” (*). E la Fondazione Feltrinelli, per quella legge denominata "richiamo della foresta", molto coraggiosamente, ha subito fatto marcia indietro. 
A questo punto,  perché studiare Nietzsche? O solo parlarne? Non è forse vero che   Hitler nel 1943 inviò a Mussolini, allora imprigionato a Ponza, le opere complete del filosofo tedesco?  
Vergogna!

Carlo Gambescia