martedì 6 febbraio 2018

L’ Io diviso di  Pamela



Chi era Pamela Mastropietro?  Per ora si sa poco. La sociologia ci può solo dire, piuttosto freddamente,  che il suo era  un caso di  mancato adattamento sociale. Pamela, da quel che si è capito,   non rispettava le regole di integrazione sociale: studi o lavori regolari, rispetto degli status e dei  ruoli sociali,  con l’ “aggravante” dal punto di vista dei divieti sociali, dell’ inizio di un percorso di devianza  nell’ambito della tossicodipendenza.               
Una situazione però,  probabilmente recuperabile, considerata la giovane età, diciotto anni,   che tuttavia, per quello che nei romanzi  si chiama  colpo di testa, è  sfociata  in tragedia. Pamela, alla comunità di recupero, al  cammino  verso l’adattamento,  ha preferito la fuga, come ritorno e continuazione di un percorso di devianza. Questa, forse,  la sua confusa motivazione. Poi vedremo perché "confusa".
Si poteva evitare tutto questo?   Le vie della devianza sono irte di pericoli e ostacoli, proprio perché rinviano a una società del disordine, hobbesiana. Per contro quelle dell’adattamento impongono rigore e schematismi sociali, come ogni società dell’ordine.
Il soggetto in comunità, se non adeguatamente sostenuto sotto il profilo psicologico,  soprattutto nei primi tempi (diciamo i primi  tre  mesi), vive la discrasia ordine-disordine in chiave  dissolutiva di ogni legame sociale: non si è dentro (nella società dell’ordine), non si è fuori (nella società del disordine): insomma, l’Io è diviso.  In piena confusione. E purtroppo, in questa fase  interstiziale, delicatissima, di attesa, si gioca quel  che può essere definito il destino terapeutico del soggetto in comunità .
La fuga (o "allontanamento"),  in qualche misura, se avviene  nelle sue fasi iniziali, soprattutto se breve,  appartiene anch’essa al tempo interstiziale. Si pensa di trovare “fuori della comunità”,  quella risposta che tarda a venire “ dentro la comunità”. Di qui, come dicevamo l’importanza fondamentale del sostegno, dal momento che  il soggetto può essere ancora recuperato. I giochi insomma sono ancora aperti
Ma non più per Pamela. 


Carlo Gambescia