venerdì 16 febbraio 2018

Anagrafe Antifascista vs Anagrafe Anticomunista 
Veneziani e  Buttafuoco,
i ragazzi (della Ruota della Fortuna) di Salò



Matteo Renzi non è comunista, anzi probabilmente è anticomunista, eppure ieri, si è recato  a Sant’Anna di  Stazzema. E dopo aver visitato il Memoriale in onore dei 560 trucidati dai nazifascisti,  ha sottoscritto la sua adesione all’Anagrafe Antifascista  quale cittadino di un comune virtuale,   dove, come   si spiega  nella Carta di Stazzema  ideata  dal sindaco Maurizio Verona,      

«iscriversi significa condividere, affermare, rivendicare i principi raccolti nella presente Carta, che sono alla base della nostra Democrazia, della Costituzione Italiana, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, del Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema.
Iscriversi significa "essere per": un mondo senza guerre, terrore e forme di oppressione; un futuro migliore, di progresso sostenibile, bellezza e civiltà; la fiducia nell'uomo e nelle sue potenzialità, nella ragione, nella cultura »  (1)

Ci sarà un perché  se Renzi  ribadisce il valore dell’antifascismo?  Soprattutto nell’Italia dove un lettore del Mein Kampf,  già militante della Lega, esce di casa per fare tiro a segno su uomini dal colore della pelle diverso dal suo?   O no? 
Certo, qualcuno, che crede di saperla lunga,  asserirà che l'ex Presidente del Consiglio  è  un opportunista,  che  il  giustiziere razzista di Macerata uno squilibrato. E che l’antifascismo in modalità Anpi è un ferrovecchio che serve solo a far prendere voti a Renzi.  Un'arma di distrazione di massa, magari citando quel confusionario di Pasolini, il La Pira dei ragazzi di vita. 
Ed è questa  la versione  recepita   dal “Tempo” di Roma che, sotto la direzione Chiocci,   assomiglia sempre più all’ ”Asso di Bastoni” di Caporilli (magari la cosa gli farà pure piacere…). Infatti,  il quotidiano romano ha subito  replicato  lanciando l’ Anagrafe Anticomunista virtuale (2). Come da programma, ha identificato comunismo e antifascismo, secondo i tradizionali  parametri  nazi-repubblichini, esemplificati dal rauco  e glaciale:  "Kommunistischen  Partisanen  Kaputt!". Per chi abbia dimenticato. Anpi non è solo un acronimo...  
Qualcun altro, magari ingenuamente, osserverà che  tra  quelli di  Liberi e Uguali, come alla loro sinistra, di nostalgici di Lenin  ce ne sono a iosa:  quindi, per metterla calcisticamente  1 a 1...   Evvai con il "Tempo!",  che vinciamo pure la Champions... Tradotto: guerra civile  forever.  Anti vs Anti.  Sembra di vederlo Chiocci, con il calzoncini all'inglese da bambino-bene, piagnucoloso,  lungo lungo:  "Mamma hanno cominciato loro, gli antifascisti, mi hanno rubato la palla, brutti comunisti!". Freud tenía razón, per dirla in castigliano.
In realtà,  l’antifascismo,  al di là delle strumentalizzazioni pro o contro (che nessuno nega), non può essere liquidato come una farsa recitata da ex attori, tutti comunisti, che dovrebbero essere a riposo da un pezzo.  Si può discutere dell’errore politico di aver lasciato al Pci -  che però ebbe pure più caduti di tutti -  il monopolio ideologico dell’antifascismo. Tuttavia, il razzismo, mai dimenticarlo, è alla base dell’ideologia nazionalsocialista (lo stato serbatoio della razza). E il fascismo, vuoi per simpatie politiche, vuoi per opportunismo, vuoi per stupidità, vi si adeguò. E combinò il patatrac. Dopo di che, e parliamo di una  catastrofica guerra mondiale e civile,  l’antifascismo non poteva e non può  non restare  alla base della Costituzione.
E' un valore fondante. E per un momento sembrò che l'avessero capito anche i post-missini: do you remember Fiuggi?  Di conseguenza, soprattutto in una fase come questa  piena di rigurgiti (brutta parola, ma non ne conosciamo di migliori), è giusto ribadire e  vigilare, anche promuovendo una cittadinanza  virtuale  antifascista.  Del resto libera.   Nessuno è obbligato a sottoscrivere.    
Allora qual è  il punto?  Se Renzi  rimane  allergico alla falce e martello, Veneziani e Buttafuoco,  che difendono  in prima pagina la  campagna anticomunista  del “Tempo” (a proposito,  povero Veneziani, che malinconia vedere la sua firma, prima accanto a quelle di Guzzanti, Guerri, Alberoni, ora a quella di Bisignani...),  se non hanno inciuciato, per ragioni anagrafiche, con Mussolini, il  tea se lo sono  preso, e pure più di uno, con i neofascisti.  Quindi a differenza di Renzi (di cui ora diremo), i due fratelli(-coltelli, ma questa è un'altra storia...) in camicia nera  hanno assorbito i miasmi del romanticismo fascista bipolare fin da giovani.  Perciò il loro anticomunismo svolta a destra, direzione Obersalzberg, passando per la Rocca delle  Caminate. Non sono affidabili. E per giunta depressi: perché  "sono nati", per interposta persona, "in un cupo tramonto". Parole di Almirante, musica non ricordiamo di chi.
Si ironizza sulla giovanile  partecipazione di Renzi alla “Ruota della Fortuna” condotta dal grandissimo Mike. Dimenticando che quel programma  rappresentava e rappresenta  un momento  di leggerezza e democrazia, che Veneziani e Buttafuoco, anche se vivessero mille anni,  non potrebbero mai comprendere.  Per quale ragione?  Perché si sono formati -  come ha ben scritto del neofascismo Roberto Chiarini -   in un ambiente  dove l’identità generava illegittimità, e "questa a sua volta marginalità e orgoglio della propria diversità" (3).  Insomma, il complesso dell' "esule in patria". A vita.  Quindi  non si hanno gli strumenti concettuali:  come Veneziani e Buttafuoco  sentono parlare di antifascismo, vedono rosso  e la mano scivola sulla pistola...  Per carità, in senso metaforico. Ma sempre di rifiuto, e pure di pelle, si tratta.  Lévy-Bruhl (non Lévi-Strauss), parlava di mentalità pre-logica. Ma si riferiva ai primitivi.     
Vi risparmiamo, per tornare all'ideona del "Tempo",  le  citazioni:   che vanno da “Antifascismo, ultimo rifugio dei farabutti”, “carnevale elettorale” e “comiche finali di questi antifascisti ai saldi” (Veneziani),  al bifido elogio, in modalità Bombacci, di Luciano Violante - come poliziotto buono da opporre al poliziotto cattivo, Mattarella -   che  “da Presidente della Camera  ebbe un pensiero di conciliazione (…) per i ragazzi della Repubblica Sociale” (Buttafuoco).  Ma non, a quanto ci risulta, da magistrato, per Edgardo Sogno, antifascista liberale e democratico.  
Robetta polemica, ripetiamo, da  "Asso di Bastoni"...  Veneziani e Buttafuoco  nulla hanno dimenticato, nulla hanno perdonato. Si chiama tradizione orale. E significa che  non è necessario  aver  partecipato direttamente alla Ruota della Fortuna di  Salò.
P.S. Mike Bongiorno era antifascista e finì a San Vittore: sette mesi sette.

Carlo Gambescia



(2) http://www.iltempo.it/politica/2018/02/15/news/l-anagrafe-anticomunista-pure-renzi-fa-il-partigiano-e-allora-noi-firmiamo-cosi-aderisci-anche-tu-1050611/
(3) Roberto Chiarini, Destra italiana dall'Unità d'Italia a Alleanza Nazionale, Marsilio, Venezia 1995, p. 12.