sabato 14 ottobre 2017

Stati Uniti e Iran
La  verità scomoda di Donald Trump



Donald Trump, per dirla fuori dai denti,  finora non ne ha azzeccata una. Probabilmente,  parla troppo, anzi twitta (o twittava) troppo:  voleva costruire un muro con  il Messico  e i muratori, in loco, si girano ancora i pollici;  voleva abolire la riforma sanitaria,  e tutto è come prima, forse peggio di prima; voleva distruggere  Kim Jong-un,  e il dittatore nordcoreano  continua a divertirsi come un matto con il subbuteo atomico.
Ora, Trump vuole liquidare l’accordo sul nucleare con l’Iran... Probabilmente, a Teheran si sta ridendo, come davanti a quei personaggi stralunati interpretati dal grande Mel Brooks. Eppure, il principio di non permettere ai nemici dell’Occidente  di costruirsi  armi atomiche,  è assolutamente  corretto dal punto di vista polemologico e geopolitico.  Soprattutto, quando per dirla con Kissinger,  sono in contrasto  due  opposte   idee  di  “ordine internazionale”:  da un lato  l’Iran, una teocrazia,  che continua a vedere nell’Occidente il principale  discepolo di satana, dall’altro un mondo, quello Occidentale, che ha relegato il diavolo  in soffitta da un bel pezzo.
L’Iran, vuole convertire, l’Occidente fare buoni affari e turismo. Probabilmente, semplifichiamo troppo, ma come rappresentare meglio due idee, così contrastanti, dell’ordine internazionale?
Pertanto,  Trump ha ragione nella sostanza: mai permettere a un nemico, per giunta assoluto, di armarsi più di te.  La democrazia atomica  - a ciascuno la sua bombetta, nell’impossibilità di escluderle per tutti -   è un inganno democraticista, pari a quello di permettere a un partito  antidemocratico  di vincere democraticamente le elezioni.  I nemici, che possono diventare pericolosi,  vanno eliminati "da piccoli": senza pietà.  Come sosteneva Machiavelli, ogni vero principe, quando occorre,  il  male  deve farlo tutto e subito, guai concedere spazio al nemico (*).
Per tornare alla questione iraniana, stupisce che  russi ed europei, che tutto sommato condividono con gli Stati Uniti la stessa idea laica di ordine internazionale,  se vogliamo economico-turistica ( insomma, non si vuole convertire nessuno),  non facciano fronte unico contro l’Iran.  
Senza dubbio,  l’arroganza  e il  nazionalismo  di Trump  non aiutano.  Senza dimenticare  le tradizionali alleanze regionali, a cominciare da quella con Israele,  che condizionano e dividono un ipotetico schieramento russo-europeo-americano.  Ma Israele è un bastione dell’Occidente,  non si può buttarlo  a mare. Checché ne pensi Putin.
Però, forse, il problema è più profondo. La verità scomoda di Trump  mette in discussione l’idea pacifista, oggi dominante,   di un ordine internazionale democratico,  consensuale,  che ha  rinunciato alla guerra per darsi al turismo e ai buoni affari  (può sembrare una banalità, ma l’Italia è piena di turisti e imprenditori russi…). 
Idea, dura da rifiutare per le nostre  classi politiche,  imbevute di socialismo, umanitarismo e pseudo-cristianesimo.  Così stupide da credere,  che l’Iran,   portatore di un’ idea di ordine internazionale anti-occidentale,  farà un uso pacifico del nucleare.
Sì, lo stesso uso che Hitler fece della democrazia…


Carlo Gambescia


(*) «Di fare tutte le crudeltà in una volta per non avere a ritornare ogni dì e per potere non le rinnovando assicurare gli uomini e guadagnarseli con beneficarli»  (Principe, VIII).                    



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