martedì 22 agosto 2017

Il film di Nolan su Dunkirk
Disfattismo



Il diavolo, come si diceva della pittura medievale, si nasconde sempre nei dettagli: si vede e non si vede. Insomma, occorre tutta l'attenzione dello sguardo. Detto, poi ripreso  da un grande filosofo tedesco.  Questo per dire, che spesso non  è facile fiutare, se ci si perdona la caduta di stile, l’aria che tira.  I nonni avrebbero scritto “temperie”. Tradotto (dal dizionario): “Il complesso di moventi spirituali o avvenimenti che concorrono alla caratterizzazione di un ambiente o di un momento storico o culturale”.
E che aria tira oggi? Pessima.  Da ritirata di Russia.   A farcelo scoprire è il classico dettaglio: l’uscita di un film dedicato alla colossale  sconfitta di Dunkirk, dal titolo omonimo, prodotto con capitali americani, britannici, francesi, olandesi.     
Soldati in fuga. Più o meno ordinatamente, ma che scappano.  Una pellicola pacifista, con le solite microstorie patetiche e tanti effetti speciali, secondo il gusto di Christopher Nolan, batmanologo di fama,  che ne è produttore, regista, e sceneggiatore. Ovviamente, critiche entusiastiche, in linea con la vulgata.  Ad esempio,  negli Stati Uniti, dove si vogliono rimuovere le statue confederate, per fare dispetto a Trump, un critico si è lamentato per l'assenza  - in un film di guerra... - di interpreti donne. E questo è un altro segno dei tempi.   
Si celebra, piaccia o meno (il verbo usato), una grande vittoria della Germania nazista sulla disunione militare franco-britannica.  In assoluto, il momento più nero della Seconda Guerra Mondiale per l’Occidente liberal-democratico:  ognuno per sé, dio per tutti.
E quando esce il film disfattista?  Nel momento in cui, dinanzi al terrorismo jihadista, servirebbe il massimo dell’unità militare contro un nemico che punta a colpire, minandone la quotidianità, il nostro modello di vita.   Allora,  per fortuna,  difeso  vittoriosamente, nonostante Dunkirk, contro gente  malvagia -  nazisti e fascisti -   che voleva trasformare l’Europa in una specie di gigantesca caserma, con annessi campi di concentramento e sterminio. Fu vittoria! Ecco quel che si dovrebbe celebrare, cazzo! (pardon).    
E oggi? Come finirà?  Con tutti i cacasotto in giro, ci vorrebbe davvero Batman.  Di sicuro,  un film, come quello di Nolan,  non aiuta.  Il sottotitolo recita: "The event that shaped our world". Sì, forse, la "sveglia" presa, per reazione, ci portò  alla vittoria. Ma se si guarda l'intero film, non si capisce...   Certo, è uscito in piena estate.  Forse qualcuno,  all’ultimo,  ha messo la classica toppa. E  inserito pure il sottotitolo furbetto.  Tuttavia,  prescindendo  da quanti lo vedranno, la frittata morale resta:  vi si celebra la sconfitta. E quel che è peggio,  la ritirata.    

Carlo Gambescia