giovedì 27 luglio 2017

Perché in Italia è così complicato  creare un "fronte" politico moderato?
Il circolo vizioso




Perché Macron, Rajoy, Angela Merkel, per citare i casi più eclatanti, riescono a raccogliere intorno alle loro figure  un "fronte" politico moderato? E perché la stessa cosa non riesce Renzi? Per non parlare del variopinto centrodestra italiano ?
Probabilmente, innanzitutto,  esiste un problema di capacità individuali: Renzi non ha la visione di Macron, il sedere di pietra di Rajoy, l’intuito politico della Merkel.  Renzi, dopo un luminoso  decollo iniziale, si è sgonfiato e spento, come capitava ai volatili lampioncini colorati che punteggiavano le vie fiorentine durante la storica festa della Rificolona. A dire il vero, spesso colpiti da bucce di cocomero, lanciate a tradimento  da finestre, preventivamente oscurate.  Comunque sia, scorze giudiziarie o meno,  Renzi sembra incapace di andare oltre le battute, più o meno salaci, come si usava  tra i portatori di lanterne:  “La mia l’è co' fiocchi e la tua l’è co' pidocchi. E l‘è più bella la mia di quella della zia...”.  E così via…         
Dopo di che, secondo fattore,  in Spagna, Francia, Germania il ceto medio sembra essere  meno sensibile alle sirene del populismo. Per quale ragione?  Forse perché la democrazia rappresentativa e l’economia di mercato sono stati metabolizzati meglio. Di qui, la piena consapevolezza, che Parlamento e  Mercato sono l’orizzonte politico-economico, dal quale  potrebbe essere pericoloso fuoriuscire. Di qui, l’accettazione delle riforme economiche, riforme che si stanno dimostrando fruttuose: la Francia corre meno (del resto Macron,   da poco, ha afferrato il potere), ma Spagna e Germania sono in fuga.    
Va onestamente ricordato che la Spagna è passata attraverso una guerra civile (seguita da una dittatura via via fattasi più blanda); che la Francia rimane la terra per eccellenza della rivoluzione; che la Germania  ha dato i natali politici a Hitler. Eppure i ceti medi  spagnoli, francesi tedeschi hanno metabolizzato la democrazia liberale meglio degli italiani.  
Per contro, in Italia, paese che ha “inventato” il fascismo per poi liberarsene con una scrollata di spalle,  il ceto medio sembra tuttora  affascinato dalle sirene dell’antipolitica e del populismo, per non parlare della  nostalgia del duce.   Riuscirà il ceto medio italiano,  per usare la  classica metafora di Grass, a gettare alle ortiche  il suo puerile  tamburo di latta?  Dando prova, finalmente, di  maturità politica ? 
Va detto  che un  Renzi "appiccicato"  alle terga di  Grillo, con Gentiloni a ruota,  non aiuta:  si pensi solo alla legge, di filiazione ideologica grillina, sui vitalizi parlamentari, con il Pd  portabandiera in Parlamento. Come non aiuta,  un  Berlusconi, vecchio mago della pioggia,  che  dichiara ai quattro venti di voler diminuire le tasse e aumentare le pensioni.
Diciamo che in Italia, a differenza di Spagna, Francia, Germania,  si è sviluppato un pericoloso circolo vizioso  tra classe politica e ceto medio: ci si  sfida  sul chi sia capace  a  spararla più grossa. E a berla ancora più grossa.
Come ne usciremo?      


Carlo Gambescia