domenica 23 luglio 2017

      Mafia, abbracci, acqua e liquidazioni: slittamenti progressivi verso il populismo generalizzato

E Grillo ringrazia... 



Basta dare  un’occhiata ai giornali di oggi per avere conferma dello scadimento del dibattito politico italiano.  Anzi, diremmo, degli slittamenti progressivi, e presto definitivi,   verso una specie di caotico e isterico populismo applicato e generalizzato. Come primo linguaggio politico, dalla destra alla sinistra. Una politica dalla retorica plebea che, quanto a modalità, non porterà nulla di buono. Salvo far vincere chi da tempo ne  detiene il copyright e detta l'agenda politica, anche quando tace:  il Movimento Cinque Stelle. 
Qualche esempio. 
La sentenza  che ha negato la “presenza della mafia” a Roma,  si è trasformata nella caccia politica al procuratore Pignatone, cocco dei Cinque Stelle.  Il quale,  a sua volta, intervistato dal “Corriere della Sera”, ormai su posizioni cairo-grilline,  si difende, gridando al complotto politico. Gettando così  altre palate di merda (pardon) sulla politica. Grillo, ringrazia.
Altro giro.  I fuoriusciti del Pd, si scagliano contro Pisapia, reo di aver abbracciato la Boschi, neppure fosse Claretta Petacci. E ciò che è più grave con l’aiutino di “Repubblica” che oggi solleva il problema criticando l'ex sindaco di Milano.  Parliamo di un  quotidiano che dovrebbe rappresentare i ceti medi riflessivi. Di sinistra.  Grillo   ringrazia.
Sulla liquidazione milionaria di Cattaneo,  si è invece scagliata la destra populista (si legga ad esempio “Libero”), in perfetta linea con la sinistra populista (“Manifesto”, "Fatto" e dintorni).  La questione è di principio:  siamo, insomma,  al punto che un un’impresa privata, sulla base dei valori di mercato, non può decidere quanto pagare un suo dirigente. Altro passo verso il  populismo reale. Anche qui, Grillo ringrazia.
Infine, la perla. Credevamo Zingaretti,  Presidente  della Regione Lazio, persona responsabile. E invece, non lo è. Pur di danneggiare politicamente,  via Acea (nuovo feudo lottizzato da Cinque Stelle), il Comune di Roma targato Grillo, si è inventato la storiella del Lago di Bracciano,  il cui apporto al sistema idrico della Capitale è minimo, come subito hanno sottolineato i vertici della partecipata. Evocando però -  ecco il punto  -  il razionamento, come misura, politicamente ritorsiva, contro  Zingaretti e il Pd romano-laziale: schieramento, ormai allo sbando,  che gioca al tanto peggio tanto meglio. E se razionamento ci sarà, al momento del voto, i romani, che sono gli unici danneggiati di questa insensata lotta politica, scatenata da Zingaretti,  si ricorderanno della sparata del "fratello di Montalbano".  Grillo ringrazia ( e forse, pure quel fascio-comunista di Camilleri). 
Basta così. Ormai,  abbiamo i populisti di complemento, che sono persino più bravi di quelli effettivi. Come un tempo avemmo i fascisti di complemento, i democristiani di complemento, e così via. "Sane" tradizioni italiane, forse.  Il dibattito politico, ripetiamo,  è dettato da Grillo, anche quando tace. Perché chi padroneggia lingua e modi e della politica  impone il terreno di gioco. Grillo, praticamente, ha già vinto. Che tristezza. 

Carlo Gambescia