lunedì 17 luglio 2017

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2017, lunedì 17 luglio, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell’attività di monitoraggio fonti aperte svolta nell'ambito della procedura riservata n. 301/3, autorizzazione Ministero Interni n. 505/2a [Operazione “LETTERA RUBATA” , N.d.V.] è stato trascritto e inserito in rassegna stampa riservata [v. in apposita Tabella in calce l’ Elenco Destinatari] il seguente segmento (minuti 8,00 – 8,12) della trasmissione radiofonica “PRIME PAGINE”, RadioRAITrenta, del 16 luglio 2017. Si riporta di seguito la trascrizione integrale del segmento suindicato.
[omissis]

VOCE REGISTRATA: “Inizia ora il ‘filo diretto’ con gli ascoltatori. Chi vuole porre domande al conduttore Lucio Mastropasqua può telefonare al numero verde 800.555.333.”
ERMANNO [ascoltatore]: “Pronto? Mi sente?”
MASTROPASQUA [conduttore]: “Buongiorno. La sento benissimo.”
 ERMANNO: “Buongiorno a lei. Mi chiamo Ermanno.”
MASTROPASQUA: “Buongiorno Ermanno. Da dove chiama?”
ERMANNO [pausa]: “Preferisco non dirlo.”
MASTROPASQUA: “Ma…scusi, perché? Lei sa che è un uso della trasmissione…”
ERMANNO: “Sì, lo so.”
MASTROPASQUA: “E allora?”
ERMANNO: “Scusi, ma preferisco non dirlo.”
MASTROPASQUA [breve pausa]: “E allora mi dispiace, ma devo passare alla prossima telefonata.”
ERMANNO: “No, aspetti! [voci agitate in sottofondo] Va bene, glielo dico.”
MASTROPASQUA: “Allora?”
ERMANNO: “Chiamo da Roma.”
MASTROPASQUA [trattiene il riso]: “Era così difficile? Bene, Ermanno, passi pure alla domanda.”
ERMANNO: “Ecco la domanda. [In sottofondo, rumore di un foglio di carta che viene spiegato e lisciato. Legge:] ‘I residenti di questo…[a parte, rivolgendosi a PERSONA/PERSONE IGNOTE] Nun se po’ di’ questo, dài!”
MASTROPASQUA: “Come? Cos’è che non si può dire?”
ERMANNO: “No, no, niente, non dicevo a lei. [Legge] ‘I residenti di questo…diciamo… quartiere, protestano formalmente contro l’invasione di migranti che minaccia di scacciarli dalle abitazioni che occupano legalmente da tempo immemorabile, in alcuni casi persino da secoli, e che…
MASTROPASQUA: “Ermanno, questa non è una domanda, è una petizione. Mi dica almeno di che quartiere di tratta.”
ERMANNO [pausa. Sottovoce]: “Il Verano.”
MASTROPASQUA: “Come?”
ERMANNO: “Il Verano, il Verano.”
MASTROPASQUA: “Il cimitero?!”
ERMANNO: “E sì, va bene? Il cimitero! Il cimitero del Verano!”
MASTROPASQUA: “Ma lei cos’è, il guardia…”
ERMANNO: “…guardiano un par de coccole! So’ un morto, vabbene? Faccio outing, vabbene? So’ morto, semo morti, semo pure tanti e un giorno devi da mori’ pure te! E nun stacca’ la linea che tte vengo a tira’ per li piedi!
[pausa]
Dico, dotto’: se rende conto der mazzo che ce semo fatti pe’ trova’ ‘sto telefono? Realizza, dotto’? E a fasse senti’ da li vivi? Pronto? Pronto? Stai sempre lì?”
MASTROPASQUA [pausa] “Senta, se è uno scherzo è…”
ERMANNO: “…uno scherzo?! Ma vammori’ ammazzato! Ciavete lasciato co’ ‘na scarpa e ‘na ciavatta co’ ‘sta storia de li migranti! O’ iussoli, bono quello! Aho’, morono pure quelli, sa’? Pure li migranti devono da mori’! e ‘ndo li mettete, bbelli de papà? Eh? Eh? Ce sfrattate a noi, ‘li esumiamo’, dicheno li cassamortari al cimitero! ‘Tanto so’ morti, che je frega a quelli…’ ”
MASTROPASQUA: “Guardi, Ermanno, grazie della sua testimonianza ma bisogna lasciare spazio anche agli altri ascoltatori…”
ERMANNO: “Me cojoni?! Nun t’azzarda’, mortacci tua! [pausa] Pe’ na volta che parlamo pure noi ce lassate parlà! [pausa] Du’ minuti e amo fatto. Mica so’ caciaroni, i morti. Ahèm. Inzomma, voi ce dite, ‘Cari morti, ciabbiamo l’emergenza umanitaria, voi è tanto che state lì, ve cambiamo casa, chevvefrega a voi, che differenza c’è? Il panorama? Sempre sotto tera annate a sta’. Dai belli, apparecchiate er sedere pe’ due che portamo un po’d’amici.’ E invece no, cari mia! Invece a noi ce frega! Ce semo affezzionati, alle tombe nostre. Dice, ‘Contento te’..Essì! semo contenti così! Ce piace la tomba nostra! Quella che ai topi je damo der tu, che conoscemo l’erbetta filo a filo! Ce piove dentro? Tanto mica ce viene er raffreddore. Ce so’ li vermi? Vabbè, ma so’ li vermi nostri, dotto’, carne de la nostra carne... Dotto’, me sente?
MASTROPASQUA [dialogo concitato in sottofondo, parole incomprensibili]: Eh? Sì, sì…
ERMANNO: “Dotto’, io li capisco a ‘sti migranti, poveracci. Crede che ero er fijo de l’oca bianca? Da vivo ero pieno de buffi, dotto’! Da morto nun ciavevo tarmente ‘na lira che a momenti me sotterano co’ la capoccia de fori perche’ nun ciavevo li sordi pe’ la foto! Però ce sta un limite a tutto, o no? La casa, dotto’! Ciavemo solo quella! ‘Sti qua, cianno diritto pure loro de mori’, come no! Basta che li mannate a sta’ 'na liana dopo Tarzan che a noi ce vabbene… Sinò… sinò, dotto’: sinò qua famo ‘na camboggia! Ve scoperchiamo tutte le tombe d’Italia, ce sta pure ne la canzone de Garibbaldi, [canta, molto stonato, l’Inno di Garibaldi]: ‘Si scopron le tombe, si levano i morti, I martiri nostri son tutti risorti …Va' fuori d'Italia! va' fuori ch'è l'ora! Va' fuori d'Italia! va' fuori, stranier!
[VOCE REGISTRATA]: “Ci scusiamo con gli ascoltatori. Per un problema tecnico la trasmissione è sospesa. Andrà ora in onda ‘Europa multiculturale’, una trasmissione a cura di Antonia Pezzopane e Smeralda Singer. Conduce in studio Enrichetta Dal Ciuffo.”

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.

M.Osvaldo Spengler

(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...