sabato 22 luglio 2017

A Parigi l’incontro fra Haftar e Sarraj

Sostiene Macron



Presentato dai dementi della estrema destra italiana come “er fighetta”,  pedofilizzato da una professoressa allupata.  Una specie di ultimo imperatore, effeminato,  decadente, corrotto, in balia di una stepmother…    
Ma di chi parliamo? Di Macron, che invece si subito liberato,  da perfetto macho,  di   un generalone  che non voleva  stare al suo posto.   Rivendicando così il  ruolo della politica, come anticipazione della guerra con altri mezzi: puro gollismo in abiti civili.   E ora - ecco la notizia -   dopo aver  accolto Trump in pompa magna, il 14 Luglio,  al suono della Marsigliese, vuole  inserirsi di prepotenza nell’affaire libico, ospitando sul suolo gallico i due superboss dell’ex Quarta Sponda italiana (molto ex):  il presidente del Governo di  unione nazionale, Fayez al-Sarraj, e il generale Khalifa Haftar, l’uomo tosto della Cirenaica.  Il  vertice è  fissato a Parigi per martedì 25 luglio. Data funesta per fascisti, neofascisti e postfascisti italiani. Che risolverebbero "coraggiosamente" il problema libico (e degli sbarchi) chiudendo i nostri porti e  buttando la chiave…
Per inciso, vi immaginate  Trump alla Festa del Due Giugno?  Con la Boldrini che gli tiene muso, Grasso che lo guata come un mafioso, e i manifestanti fuori della zona rossa che spaccano vetrine "a piazèr"...  Tranquilli, tanto non verrà mai.  Ci considera delle merde (pardon). E non ha tutti i torti.  
Macron  fa politica, fa politica, fa politica. E noi invece stiamo a guardare. E soprattutto a litigare: evocando una Piazza Loreto giudiziaria per Renzi,  inseguendo le scemenze di Grillo e pure l’animalismo (di ritorno) di Berlusconi: uno che da sempre alla guerra preferisce l’amore. Alcuni dicono a pagamento. Ma questa è un’altra storia…
Insomma, sostiene Macron (per parafrasare il famoso libro di Tabucchi), che se si vuole risolvere il problema degli sbarchi, ci si deve sporcare le mani. Come?  Intanto,  provando  a  mettere in comunicazione le parti.  Sotto la Torre Eiffel però.   E noi? Sotto il Colosseo  facciamo sfilare i centurioni. Finti.    

 Carlo Gambescia