giovedì 2 febbraio 2017

Fabio Di Lello si è vendicato della morte della moglie uccidendo
l'uomo che l'aveva investita in un incidente la scorsa estate.
  Tre colpi di pistola, né di destra né di sinistra



Perché si uccide? Per varie ragioni.  Fabio Di Lello  ha ucciso per vendetta. Ha applicato la  legge del taglione (*)   L’occhio per occhio, dente per dente è la più antica forma di giustizia: a chi toglie la vita viene tolta la vita. Un principio elementare, di una chiarezza collettiva assoluta. Pertanto è fuorviante come vedremo,  tirare in ballo la destra, come   si trattasse  del gesto di un  giustiziere,  magari perché tratti in inganno dalla foto del suo profilo Fb, dove campeggia l'immagine del "Gladiatore". Un film, soprattutto  se di successo, quindi gradito a tutti, è solo un film,  non una pistola carica con un tricolore che esce dalla canna.   
Le cose in realtà sono più complicate, come ora vedremo.  Intanto va detto che la legge del taglione  implica alcune controindicazioni.
La prima è la faida, nel senso della reiterazione ed estensione dell’atto omicida ai congiunti della  prima vittima da parte dei congiunti della seconda. E così via all'infinito.
La seconda è lo stato di guerra permanente che viene a instaurarsi tra i membri della  stessa società. La faida è antieconomica, come le guerre,  colpisce relazioni , scambi e commerci. La distruzione reciproca rischia di tramutarsi in autodistruzione  sociale.  Si chiama anche  guerra civile.
La terza è che taglione e faida implicano la diffusione e l’uso delle armi individuali. Del resto,  una società  segnata dalla possibile guerra di tutti contro tutti,  impone l’armamento individuale: il che se è un segno di libertà, come alcuni ritengono, lo è  ma nel senso della libertà  di uomo costretto ad aggirarsi nella giungla e a difendersi da  belve feroci e uomini  ostili. Una tragedia dell’insocievolezza.
Come evidente, la società del taglione - definiamola così -  respinge qualsiasi potere terzo, se non quello, come è storicamente accaduto  di un comando  di tipo  guerriero,  religioso,  carismatico, in grado di  ricomporre  e  prevenire,  recependo i valori  delle vendetta privata all’interno di un codice di comportamento, che “legalizza” il taglione.
La società  di oggi  costruita sul potere terzo e razionale-legale dello stato,  esclude il farsi giustizia da soli, per evitare giustamente ciò che abbiamo appena ricordato. Sotto questo profilo molti analisti, trionfalmente,  oppongono la nostra società,  definendola moderna, alle precedenti.  Di conseguenza,  taglione  e faida sono considerati, fenomeni pre-moderni, superati, regressivi dal punto di vista di un'umanità scalare,  quindi esecrabili  per ogni  uomo che si ritenga evoluto e moderno, ergo di sinistra.  Ed è  qui che scatta  la facile associazione tra la destra con la testa rivolta al passato  e il farsi giustizia da soli.
In realtà,  faida e taglione sono sociologicamente al di là della destra e della sinistra.  Per dirla con una metafora abusata, sono il   fiume carsico pronto a riaffiorare nei momenti di crisi, dove  il potere del terzo non riesce adeguatamente a sostituirsi alla giustizia dei singoli. Come accennato,  la guerra civile  non è altro che la versione politicizzata della faida, con i partiti trasformati in fazioni armate e la società tramutata in campo di battaglia. Quindi attenzione alle facili etichette.
Non esistono, insomma stadi sociali, superati per sempre,  secondo la logica delle umani sorti progressive.  Naturalmente, meno efficiente è il meccanismo del potere statale (il terzo, come detto),  quanto maggiore il pericolo della disorganizzazione sociale.  Ciò non vuol dire che il potere dello stato debba controllare tutto e tutti, ma più semplicemente che la giustizia, uno degli organi (o poteri)  dello stato,  deve essere  messa  in grado di   fare il suo corso, e nei tempi giusti. Tuttavia, per alcuni analisti sociali, proprio la natura burocratica dell’apparato giudiziario impedirebbe un percorso "guidato"  di questo tipo. Di riflesso,  il problema, della giustizia rapida e “giusta”  potrebbe essere insolubile.  Insomma, se ci si passa la caduta di stile, ci vuole pazienza:  se proprio di fasi storiche si deve parlare, allora  ogni giorno, o epoca,  ha la sua pena: la società pre-statale, la guerra civile, quella statale la burocrazia civile. Quindi ripetiamo, attenzione alle facili etichette.
Il che invece ci riporta alla natura ciclica e carsica dei fenomeni sociali. Non c'è l'uomo moderno, come non esiste  l'uomo pre-moderno. C'è invece l'uomo come tale, nudo. Intuitivamente affamato di giustizia. Una "fame"  contro la quale istruzione e processi educativi non possono nulla. Forse potrebbero l' indole  del singolo (che però varia da uomo a uomo) e  le istituzioni dello stato di diritto (che però non sempre funzionano).
Insomma, mai stupirsi. E soprattutto attribuire "targhette" politiche.  La possibilità della vendetta privata è sempre in agguato.  Come provano i tre colpi di pistola  di Fabio Di Lello.            

Carlo Gambescia