giovedì 17 novembre 2016

Due cari amici veneti
Viva il comunismo
del Nord-Est!


Mi  sono concesso  alcuni giorni di riposo, trascorsi in casa di amici veneti,  accolto come un re.  Inevitabilmente, tra una grappa,  un durello  e  prelibatezze locali, a cominciare da polenta e stoccafisso,  si è parlato anche di politica.  Il mio amico, che chiamerò l’Alpino,  è di sinistra, e da sempre. Impiegato nell’ufficio tecnico di una grande impresa,  da qualche anno  è  in pensione.  Ex sergente degli alpini per l’appunto,  alto,  robusto,  direi imponente:  quando prende il boccino di una conversazione non lo molla più.  Insomma, un  grande affabulatore:  ha sempre un aneddoto su tutto, lo si ascolterebbe per ore.  Non ha  perso lo spirito barricadiero della sua gioventù, ma   ben conosce, come dire,  la  “montagna” della politica.  E  ne teme le oscurità selvatiche e quei  dirupi che  possono aprirsi all’improvviso sotto i piedi di ognuno di noi… Perché, come ama  ripetere,  con la  montagna e con la politica  non si scherza mai.
La padrona di casa, che chiamerò  la Presidentessa,  ora in pensione,  si è trovata  per l’appunto a capo di una cooperativa sociale, che ha condotto con il  piglio  di un Benetton. Piccolina,  sempre graziosa, dagli occhi vivacissimi, come quei  bambini sempre in movimento,  che   una  ne fanno, cento ne pensano… E quel che è  bello, è che la Presidentessa, anche ciò che pensa lo porta, regolarmente,  a termine.  Se lui  è un  alpino italiano, lei è un fuciliere prussiano. Insieme,  fanno scintille. Spet-ta-co-la-ri.  A differenza del marito, la Presidentessa non ama molto la “politica”,  ma diciamo che  ha una sensibilità di sinistra.
Inevitabilmente, come accennato, si è parlato di questioni politiche. E con mia sorpresa, piacevole sorpresa, ho scoperto grande moderazione.  All’Alpino, non piace la politica urlata. Ma neppure  alla Presidentessa.  Tutti e due  avvertono la necessità delle riforme economiche, ma anche istituzionali.  E soprattutto credono fermamente  nell’importanza di porre i cittadini nella condizione di fare da soli. Detto altrimenti, laissez faire,  laissez passer. Sono nemici, fieri nemici, di ogni forma di autocommiserazione  e vittimismo politico.  Al centro della società scorgono un individuo libero, responsabile, creatore, ma capace al tempo stesso, per  buttarla sul geopolitico,  di sentirsi  veneto, italiano ed europeo. Di questi tempi, brutti, la quadratura del cerchio... Quindi,  si immagini  il mio entusiasmo di  noto  difensore delle cause perse.  Scherzando ho detto loro, " Siete liberali senza saperlo".  E sapete cosa mi hanno risposto?  “No! Sei tu, comunista senza saperlo!”.  Non ho replicato, però dentro di me ho pensato:  “Viva il comunismo allora!”  E viva pure l’amicizia.



Carlo Gambescia  

                  

2 commenti:

  1. Caro "PROFESSORE" grazie per la sviolinata, ma se lei va visto in noi tutte queste qualità il merito è sicuramente suo che con la sua cultura e la sua passione ha saputo tirar fuori qualcosa di buono da due persone un po' mediocri come noi.
    Viva l'amicizia.
    L'Alpino e la EX presidentessa

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  2. Grazie a voi, carissimi, per le splendide giornate trascorse insieme! Sulla (mia) cultura, non giurerei, ma sulla passione: colpito e affondato. Non mi è mai mancata. Un'ultima cosa: non sapevo di aver imparato a suonare il violino :-) Viva l'amicizia, e viva pure la Repubblica... (italo-veneta-europea). UN GRANDE ABBRACCIO! Carlo

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