martedì 2 agosto 2016

Bombardamenti aerei  Usa su Sirte
 L’Italia  e la politica delle patate bollenti




Gli Stati Uniti bombardano dal cielo  Sirte. In pratica, con tutte autorizzazioni del caso (Onu, Governo libico  di unità nazionale), gli Stati Uniti  fanno ciò che  l’Italia si è  rifiutata di fare, dal momento che Obama  ci  aveva offerto  il comando di una operazione in grande stile sul territorio libico.
Rifiutammo  - non solo Renzi, ma anche le opposizioni  -  quella che si poteva e può definire una patata bollente.  E per una serie di ragioni: bassa autostima politica,  mancanza di mezzi (in particolare aerei),  diffidenza, probabilmente giustificata, per la sempre latitante coesione nazionale e  infine -  ed è la ragione più importante -  calcoli, se ci si passa l’espressione” da “patatologi” navigati:  non esporsi con l’Isis, nella speranza di evitare ritorsioni terroristiche senza però scontentare gli Stati Uniti, concedendo magari qualcosa sottobanco.          
Ci siamo rifiutati, e gli americani, probabilmente controvoglia, hanno dovuto (pardon) cuccarsi la patata e  aprire l’ombrello, anzi l' ombrellino. E noi abbiamo concesso, zitti zitti (si fa per dire),  basi logistiche, pare Sigonella.  Qualcuno ha scritto che i libici non ci volevano. Perché, come  per i francesi, non si fidavano eccetera, eccetera.  Può darsi. Comunque sia,  speciali complimenti a tutti i ministri degli esteri della Repubblica (prima e seconda), per avere saputo gestire  "magnificamente"  i rapporti con la Libia, ex colonia, tra l’altro.   Kissinger,  nelle sue memorie, scrisse che tutti i politici italiani gli parlavano della vocazione mediterranea dell’Italia, ma che poi non succedeva niente. Perché? Per paura di scottarsi la manine...    
Chi scrive  non ama la guerra, lo ripetiamo per la milionesima volta. Però ci sono situazioni storiche, talmente gravi,  in cui ci si deve battere, perché è questione di vita o di  morte.  E fare i furbi, come in questo caso,  può costare caro. Per quale ragione?  Perché si rischia di  scontentare alleati e nemici: l'alleato americano, per la nostra ennesima prova di  pulcinellesco egoismo; il nemico jihadista, perché qualcosa al "Satana" statunitense, Pulcinella  ha  comunque concesso. Quindi la patata bollente, come in ogni buona commedia dell'arte,  potrebbe tornare indietro. E con gli interessi.
Qualcuno invece dirà, sfregandosi le mani: "Ecco qui, l' ennesima prova del classico realismo politico italiano, grazie al quale siamo fuori dalla guerra".  Per ora. Come si può parlare di buon realismo politico, senza una strategia generale?  Se non la politica dello scaricare le patate bollenti. E se le patate dovessero diventare troppe? 

Carlo Gambescia   

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