venerdì 8 luglio 2016

Roma, presentata la giunta pentastallata
“L’era Raggi”




Questa mattina ho aperto le finestre e  - che emozione! -  niente  più  macerie di  Mafia Capitale.  Evidentemente,   durante la   notte il commissario Cattani -  la neo-sindaca Raggi è cresciuta a pane e piovra  -  deve essersi portato via il mondo di mezzo.  Ma  l’altro mezzo (di mondo), anzi i due mezzi abbondanti (sopra e sotto)  dove saranno finiti? Boh...
Cento metri più in  là,  ho scorto invece  i cassonetti della differenziata,  troneggiare  stracolmi e maleodoranti come  sempre.  Però in bell’ordine, uno accanto all’altro, come soldatini allineati.  Si saranno messi in fila da soli. Quando cambia il vento della storia capita anche questo, per citare Virginia, come la chiamano familiarmente i romani,  quando  sono in coda davanti ai ristoranti perché non hanno prenotato, e per ingannare il tempo, parlottano del più e del meno (inciso: qualcuno lo spieghi a Papa Francesco, altro che file davanti alla Caritas...).
Ma sì,  qualcosa è cambiato.  Ieri la neo-sindaca  si è  presentata in Aula con la Giunta  nuova di zecca. E con il  figlioletto,  che  ha  fatto sedere sullo scranno,  spiegandogli sottovoce, così dicono, che  "uno vale uno"...  Però Daniele Frongia,  il fidatissimo collaboratore, incombente (come da video), deve valere due, perché il Bruce Willis del Quadraro si è pappato le cariche di vice-sindaco e assessore.  Evidentemente, il vento della storia soffia dove vuole la Raggi. E pure Boncompagni, pardon Grillo e Casaleggio jr.        
Oggi, come scrive il Corrierone, allineandosi  (come  i cassonetti),  inizia  “l’era Raggi”:  nuovo sol nascente dell’avvenire, parapapapà.  E solo per questo i romani devono essere contenti. Altro parapapapà.  E non ghignare e tramare nell’ombra,  come un palazzaggero qualsiasi..   Basta con il disfattismo! (Dove l'ho già sentita questa?).   E poi - sempre parole della sindaca -  i romani si ritrovano una giunta di non politici…   Quando si dice il caso, proprio come ai tempi del fascismo, quando la demo-pluto-politica era bandita. Anche Guglielmo Giannini il simpatico padre (lui) del qualunquismo, quello del “basterebbe un  ragioniere per governare l’Italia”,  ne  sarebbe felice. 
Giannini però morì  poverissimo.   E Raggi & Co?  Vedremo.  

Carlo Gambescia

                 

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