martedì 9 febbraio 2016

Non di solo Schengen
  Europa dove sei ?  

Fonte: http://www.buongiornoslovacchia.sk/index.php/archives/52083


La polemica su Schengen  non è che l’ultima della serie. Quindi non entriamo nel merito. Del resto, ormai è di moda parlare male dell’ Europa e delle sue istituzioni politiche ed economiche.  In effetti, dopo decenni di retorica europeista e costo zero, con l’introduzione dell’Euro  e dei successivi  pacchetti di regole sui bilanci nazionali le cose si sono complicate, anche a causa della lunga crisi economica che  stiamo attraversando.
E così si è perso di vista il senso concreto  del processo di unificazione europea: quello di andare oltre l’esperienza della guerra civile europea che ha insanguinato la prima metà del Novecento.  Europa unita, come sinonimo di mai più conflitti armati fra  gli stati europei.  Ecco  il senso profondo, ma come dire, politico,  reale,  dell’unificazione europea.   Insomma, non è necessario andare troppo lontano. 
Ovviamente,  non si può essere d’accordo sul percorso, anche se era (ed è)  inevitabile, come in ogni processo di unificazione, che lo sviluppo politico tendesse a localizzarsi intorno allo stato e agli stati più potenti.  Come non può  piacere il taglio paternalistico, tipico di una cultura cristiano-sociale e socialista (dove lo stato prevede e provvede e il cittadino tende la mano), di cui sono portatrici le classi dirigenti europee del dopoguerra. Come, può non convincere l’approccio verticista ed economicista  ( pendant del paternalismo di cui sopra)  a ogni questione, anche politica, in voga a Bruxelles.
Siamo d'accordo su tutte queste critiche... Va però detto che, probabilmente, tra i politici e gli intellettuali,  sono stati (e restano)  in pochi a credere veramente nell’unificazione europea. Molti hanno finto,  molti altri hanno seguito la corrente pro-europea come ora seguono quella contro-europea. Molti altri ancora sono rimasti alla finestra.  E, magari, ora pontificano contro l’Unione Europea. I cuori puri, veramente puri,  sono pochi. 
Certo, si può sempre tornare indietro, in nome di un furbo evergreen:  la sovranità dei popoli, che però  in pratica, significa:  zero vincoli di bilancio,  svalutazioni competitive,  assistenzialismo a gogò,  inflazione a due cifre e fuga di capitali…   In economia - a meno che non si faccia una scelta autarchica tipo vecchia Albania, con i risultati che tutti conosciamo -   non  esistono scorciatoie:  i  mercati sono collegati e tutti dipendono da tutti. E i più i forti,  inevitabilmente,  fanno la parte del leone. Però i piccoli, per così dire, possono crescere, soprattutto se si uniscono, fino a formare blocchi geopolitici. Ovviamente, non chiusi ma aperti al commercio e allo scambio, però da posizioni consolidate. E questo potrebbe essere l’altro senso profondo, economico,  dell’unificazione europea.  Anch'esso, reale. Quindi, senza  dover volare troppo alto.
E invece si parla male dell’unificazione, ignorando che  è il decadimento del suo senso concreto a provocare il decadimento europeo.
Resta  così difficile capire tutto questo?  Pare proprio di sì. 
Carlo Gambescia      

            

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