lunedì 11 gennaio 2016

Arma dei Carabinieri (*)
Nucleo di Polizia Giudiziaria di [omissis]
VERBALE DI INTERCETTAZIONE DI CONVERSAZIONI O COMUNICAZIONI
(ex artt. 266,267 e 268 C.P.P.)
L'anno 2015, lunedì 11 gennaio 2016, in [omissis] presso la sala ascolto sita al 6o piano
della locale Procura della Repubblica, viene redatto il presente atto.
VERBALIZZANTE
M.O Osvaldo Spengler
FATTO
Nel corso dell'attività tecnica di monitoraggio ambientale svolta nell'ambito della procedura riservata n. 642/2, autorizzazione COPASIR 3636/3b [Operazione NATO “SCAMBIAMOCI UN SEGNO DI PACE” N.d.V.] è stata registrata, in data 10/01/2016, ore 09.34, presso la parrocchia di S. Roberto Bellarmino, una confessione officiata da MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL, terzo segretario S.S. SANCHO I, e un PENITENTE NON IDENTIFICATO [NON IDENTIFICATO in quanto la presenza di personale in loco non è prevista dalla direttiva]. Si riporta di seguito la trascrizione integrale della conversazione summenzionata:

[omissis]


MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Da quanto tempo non ti confessi?”
PENITENTE: “Mah…saranno venti anni, venticinque…”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Capisco. E’ successo qualcosa nella tua vita?”
PENITENTE: “In venticinque anni, hai voglia.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “No, no: intendevo, qualcosa che ti ha spinto a tornare qui, per riconciliarti con il Signore.”
PENITENTE: “Ah. Bè, sì. Ho visto il papa in TV, per il Giubileo.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “E…?”
PENITENTE: “Niente, quella parola, sa...”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Misericordia?”
PENITENTE: “Sì, quella. Mi ha colpito.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Il sacramento della riconciliazione è misericordia, figlio mio.”
PENITENTE: “Mi ha colpito, perché la diceva sempre mia madre. ‘Misericordia!’ Sa, come esclamazione.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Anche ogni volta che diciamo ‘grazie’, dovremmo pensare alla Grazia di Dio.”
PENITENTE: “E adesso cosa facciamo?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Adesso mi dici i tuoi peccati. Anzi, no: non li dici a me, che sono solo un tramite…”
PENITENTE: “Un tramite?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Come un telefono, capisci? Pensa che io sia un telefono. Tu ora parli con Nostro Signore Gesù Cristo, non con me.”
PENITENTE: “Scusi, ma lei non è italiano, vero?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Sono spagnolo. Non mi capisci bene? Mi dispiace, l’accento…”
PENITENTE: “No no, capisco benissimo. E’ solo che lei non parla come i preti italiani.”
[pausa]
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Ti ascolto.”
PENITENTE: “Mi fa le corna, padre.”
[pausa]
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Tua moglie?”
PENITENTE: “No, sono divorziato. La mia compagna. L’altro giorno non trovavo il mio cellulare, prendo il suo per fare una telefonata e ci trovo i messaggini di quello che se la scopa. Scusi, mi è scappata.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Ti ascolto.”
PENITENTE: “Lì per lì mi sono sentito…non so…”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “I tradimenti sono molto dolorosi.”
PENITENTE: “Mah, neanche tanto, un po’ me lo aspettavo…era troppo allegra, di recente…no, mi sono sentito un imbecille.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Ma figlio mio…”
PENITENTE: “No, guardi, lei non può capire, voi con le donne non ci vivete. Mi sono sentito un imbecille perché ci sono rimasto veramente male. Come se non lo sapessi, che la vita va così, che il mondo è così.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “La vita va così, il mondo è così perché siamo peccatori. Ma con la grazia di Dio, possiamo liberarci dal peccato, figlio mio. E’ per questo che sei venuto qui, no?”
PENITENTE: “Mah, non so.”
[pausa]
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Allora perché sei qui?”
PENITENTE: “Perché mi sento un imbecille, e mi faccio pietà.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL:  [tra sè] “Signore aiutami, Cristo perdona il Tuo servo inutile” [al PENITENTE] “Affidati alla pietà del Signore, figlio mio. Gesù ha dato la vita per te, e in questo momento ti ascolta . Aprigli l’anima tua.”
PENITENTE: “Non c’è mica tanto da aprire. Sono messo così. E’ andata male anche stavolta. Il lavoro poi, uuu…i figli non ne parliamo, sarà sei mesi che non li sento. Secondo me, ormai li ho persi. La madre, è la madre che me li ha messi contro. Quella mi odia, mi odia proprio…dice che le ho rovinato la vita. Sì, perché la mia invece, sai che gran vita!”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Senti, figliolo.”
PENITENTE: “Sì?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Perdona se ti interrompo. Capisco il tuo dolore, la tua delusione…il tuo…il tuo disorientamento, ecco. Ma vedi, figliolo, questa è una confessione. Nel sacramento della riconciliazione, noi non veniamo per parlare delle mancanze degli altri nei nostri confronti. Veniamo a parlare delle nostre mancanze, a riconoscere i nostri peccati, a implorare che il Signore ci perdoni e ci liberi da tutto quello che…”
PENITENTE: “Ma perché mi dà del tu, scusi? Perché mi chiama figliolo? Lei è giovane, si sente dalla voce. Avrò vent’anni più di lei. Perché figliolo?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Ma…ma naturalmente è una paternità spirituale, se l’ho offesa la prego di…”
PENITENTE: “E poi i miei peccati, le mie mancanze, va bè, certo che ci ho le mancanze, ci ho i peccati, come dite voi, e chi non ce li ha? Lei non ce li ha?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Certo! Certo che sono anch’ io un peccatore, forse mille volte più colpevole di lei, anzi, senza forse, certamente mille volte più…”
PENITENTE: “E allora chi è lei per giudicarmi?”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “Ma figlio mio, non sono io che la giudico, è il…”
PENITENTE: “E dai col figlio mio. Perché non ve li fate come tutti, i figli? Poi mi sapete dire.”
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “La prego di scusarmi. Veda, il senso del celibato eccle…”
PENITENTE: “Ma sì, ma sì. Senta, io ero venuto qua per trovare…non so, un momento di sollievo. Per sfogarmi un po’, ecco. Adesso sto meglio, davvero. Arrivederci e grazie.” [si alza, fa per andarsene]
MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL: “No! No, dove va? La prego, resti! Mi perdoni se l’ho offesa, se non ho capito…”
PENITENTE: “Ma si figuri, lei è stato gentile, si capisce subito che è una brava persona. E’ solo che…siamo diversi, capisce? Buona giornata.” [ESCE]
[MONS. JUAN VENTURA Y PASCUAL resta nel confessionale. La registrazione continua per ventisette minuti. Nessun altro penitente accede al confessionale. Seguono pianto e singhiozzi (4 min.) e preghiere (in latino, 23 min.) OMESSI  dal Verbalizzante]

Letto, confermato e sottoscritto
L’UFFICIALE DI P.G.
M.Osvaldo Spengler


(*) "Trattasi" -   tanto per non cambiare stile,  quello  della  Benemerita...  -   di ricostruzioni che sono  frutto della mia  fantasia di  autore e commediografo.  Qualsiasi riferimento  a fatti o persone  reali  deve ritenersi puramente casuale. (Roberto Buffagni)


Chi è il  Maresciallo Osvaldo Spengler?  Nato a Guardiagrele (CH) il 29 maggio 1948 da famiglia di antiche origini sassoni (carbonai di Blankenburg am Harz emigrati nelle foreste abruzzesi per sfuggire agli orrori della Guerra dei Trent’anni), manifestò sin dall’infanzia intelletto vivace e carattere riservato, forse un po’ rigido, chiuso, pessimista. Il padre, impiegato postale, lo avviò agli studi ginnasiali, nella speranza che Osvaldo conseguisse, primo della sua famiglia, la laurea di dottore in legge. Ma pur frequentando con profitto il Liceo Classico di Chieti “Asinio Pollione”, al conseguimento della maturità con il voto di 60/60, Osvaldo si rifiutò recisamente di proseguire gli studi, e si arruolò invece, con delusione e sgomento della famiglia, nell’Arma dei Carabinieri. Unica ragione da lui addotta: “Non mi piace far chiacchiere .” (Com’è noto, il carabiniere è “uso a obbedir tacendo”). Mise a frutto le sue doti di acuto osservatore dell’uomo in alcune indagini rimaste celebri (una per tutte: l’arresto dell’inafferrabile Pino Lenticchi, “il Bel Mitraglia”). Coinvolto nelle indagini su “Tangentopoli”, perseguì con cocciutaggine una linea d’indagine personalissima ed eterodossa che lo mise in contrasto con i magistrati inquirenti. Invitato a chiedere il trasferimento ad altra mansione, sorprese i superiori proponendosi per la sala ascolto della Procura di ***. Richiesto del perché, rispose testualmente: “Almeno qui le chiacchiere le fanno gli altri.”
***

Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...




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