martedì 22 dicembre 2015

Un editoriale di Ilvo Diamanti
Post-stupidità sociologiche


Povera sociologia! Se Bauman ha sdoganato l’aggettivo “liquido”, banalizzandolo in più di venti libri e  riscoprendo un fenomeno già  noto a Tönnies, Simmel e Weber (ma si vedano anche gli studi sulla metropoli di Hellpach), Ilvo Diamanti, nel suo piccolo, martella sul prefisso post (infausto lascito delle filosofie  post-heideggeriane, nessuno è  perfetto,  in salsa cacciariana). Però, da empirico di scuola veneto-durkhemiana, neppure se ne accorge.   Ormai,  va in automatico. Come le illusioni.
Si prenda, ad esempio, l’editoriale di oggi sulla fiducia decrescente degli italiani verso le banche (*).  Di chi sarebbe la colpa? Dei “post-partiti”,  privi di ideologie, che  quindi  non dialogano con una “post-società”, purtroppo edonistica, che invece parla solo a se stessa, e che non può che partorire “post-banche”, dedite solo a imbrogliare. Che profondità! Per la serie si stava meglio quando si stava peggio!  Tradotto: viva l’Italia, catto-socio-comunista.   E i Paschi di Siena?  Frutto avvelenato  della summer  fall  dell’Italia ideologica ( e partitocratica), così rimpianta da Diamanti?     
Il tutto dopo avere citato -  tra pochi giorni è  Natale - il saggio di Caio, l’ultimo libro dell’allievo di Tizio, senza dimenticare quello di Sempronio. Ovviamente, tutti iscritti d’ufficio alla sociologia progressista: di Gioele amici siam/e insieme noi cantiam…  Insomma,  animali in twedd e velluto a coste,  da  Direzione Ufficio Studi ( tutto in maiuscolo), e non importa se del sindacato triplicista o della confindustria socialdemocratica.  Basta il bonifico. E che la barca vada. Tutto,  in chiaro, per carità.
Concludendo: post-stupidità, sociologiche. Con le quali però si campa. E pure benino  

Carlo Gambescia

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