mercoledì 23 dicembre 2015

Lo Spirito del Natale
Libertà



Quando  qualcuno mi chiede lumi sulle fonti intellettuali e/o psicologiche della socialdemocrazia redistributiva, che gioisce nel massacrare di tasse i cittadini, consiglio sempre di leggere  A Christmas Carol di Dickens, pubblicato nell’anno di grazia 1843.  E per una semplice ragione: in quel romanzo si costruisce e giustifica quel senso di colpa che ancora oggi è alla base delle politiche welfariste, fondate sul singhiozzo dell’uomo borghese. Leggetelo e capirete.
Ma non è di questo che oggi voglio scrivere. Nel romanzo,  giocando sull'idea di spirito come fantasma e di spirito come significato, si rappresenta lo  Spirito del Natale, e per la prima volta, in chiave completamente secolare, e, cosa più importante, ricattatoria, moralmente ricattatoria.  Semplificando: a Natale si deve essere tutti  più buoni.  A cominciare dal cattivo capitalista, che deve perciò redimersi. Altrimenti, nessuno si ricorderà più di lui. Nel Manifesto di Marx ed Engels, che apparirà cinque anni dopo, alla redenzione si sostituirà l’auto-estinzione della borghesia, con l’aiutino del “proletari di tutti il mondo unitevi”.  Da un lato, Dickens, padre dello stato redistributivo e tassatore, frutto dolciastro del senso di colpa borghese,  dall’altra, Marx & Co. che puntano sulla sparizione dello stato borghese -  generoso o meno -  e dello stesso   senso di colpa, indotto o meno. Detto altrimenti: riformismo costoso contro catarsi sociale  ancora più costosa... 
Ma allora, se esiste, qual è lo Spirito del Natale? Diciamo che il riformista Dickens, fortunatamente o meno,  ha avuto la meglio sul rivoluzionario Marx: però lo spirito vero del Natale non può essere quello del “tutti buoni davanti al panettone welfarista".  Forse l’autentica eredità  della Rivoluzione industriale britannica  resta l’idea di libertà.  Perciò  libertà di trascorrere il Natale come si desidera: in Chiesa a pregare o in montagna a sciare; di battersi sul petto o di andare a cena con l’amante;  di aiutare i  poveri o di banchettare con i ricchi; oppure di  far festa  con due madri, con due padri o con un padre e una madre, chi più ne ha ne metta. Qualcuno potrebbe dire: e il sacro?  (per non parlare del trascendente…). Non piace a tutti. E non tutti lo ritengono necessario. Tuttavia, chi lo tiene in non cale non può  - anzi non deve -  obbligare chi invece non può farne a meno.  E viceversa.   
Libertà. E per tutti.   Ecco il vero Spirito del Natale.

Carlo Gambescia                

Nessun commento:

Posta un commento