venerdì 6 novembre 2015

Papa Francesco divide i tradizionalisti
Non è una notizia…



Non vorremo stancare gli amici lettori con un terzo articolo,  seppure "tangenziale" (fino a un certo punto però),  sulla questione di Papa Francesco.  Tuttavia, il confronto  tra Gianfranco de Turris (*), serissimo intellettuale di destra, brillante giornalista, e Aldo La Fata (**),  forbitissimo cultore delle grandi problematiche metapolitiche,  meritava un commento,  per sottolineare almeno due punti. Diremmo, metodologici.
In primo luogo,  de Turris e La Fata,  nonostante le comuni e  salde radici tradizionaliste (si dice così?), sembrano fatti per non intendersi. Il primo, con Evola nel cuore ( e nella mente, ovviamente), quindi  non tenero verso certo cattolicesimo  modernista, il secondo, fedele continuatore di Silvano Panunzio, quindi portato più al ragionamento, certo tagliente, che alla scomunica.
In secondo luogo,  i presupposti  stessi  delle due argomentazioni, sono differenti. De Turris sembra non avere a  cuore la salvezza dell’unità della Chiesa Cattolica ( o comunque, solo  a certe condizioni), mentre La Fata, sì-a-prescindere, crediamo.  Inciso:  nessuno si illuda o faccia finta di non capire,  perché  in ultima istanza,  la posta in gioco dell’attuale crisi  è proprio questa.  
Insomma, per venire al nocciolo della contesa e  per dirla con Weber:   de Turris ragiona in termini di etica dei princìpi  (giustizia, costi quel che costi),  Aldo la Fata di etica della responsabilità (il fine - talvolta - può giustificare i mezzi). Perciò, se ci si perdona la metafora facile  facile,  da un lato (de Turris), Papa Francesco è bocciato, come uno studente somaro; dall’altro (La Fata), lo si rimanda a settembre e  comunque  si continua a credere nell’intelligenza e nella buona volontà del “ragazzo”.
Sicché - senza entrare nelle questioni di “stile argomentativo” (simbologia tenebrosa vs solare buon senso )  - dove  de Turris  vede nero, La Fata  vede bianco, o se si preferisce grigio.  E così via…
Ripetiamo, dal punto di vista dei presupposti argomentativi, se ci si passa la battuta (chiedendo simpaticamente perdono agli amici Gianfranco e Aldo), i due contendenti ricordano  “The odd couple” di Neil Simon. Lascio all’immaginazione dei lettori scoprire chi sia  Oscar  e chi sia  Felix…
Pertanto, per chi legge, quale può essere, per parlare come quelli della Borsa, il valore aggiunto del confronto ? Che la figura di  Papa Francesco divide, anche fra i cultori della Tradizione (quella con la maiuscola).  Il che - de Turris gradirà -  non è una notizia.

Carlo Gambescia                 






2 commenti:

  1. E' preoccupante quando ciò che dice un papa, raccoglie consensi tra gli agnostici, illuministi, atei, nichilisti, progressisti, giornalisti collettivi, politicastri ad un tanto al kilo, massonerie regolari, mondialisti, Obama. Ecco, io mi preoccuperei alquanto se il messaggio di Cristo stesso venisse mediato, sminuzzato, annacquato, ammorbidito, demitizzato, adulterato per piacere ai borghesi. Poi, il papa facesse quello che più gli conviene e può. De Turris da me stimanto fin da quando leggevo L'Intrepido e le introduzioni alla collana di fantascienza della Fanucci, ha tutte le ragioni nel tentare (non dico che ci sia riuscito) di interpretare i segni non proprio lusinghieri sull'attuale papa. I simboli che desumiamo dai segni, son materia assai problematica, duplice, a volte volutamente elusiva, quindi si prestano a varie letture ed anche a svarioni. La difficoltà, più in generale, sta nel vedere i segni dei tempi nel momento in cui si svolgono i tempi in questione. Si forzano, si piegano alla nostra sensibilità o equazione personale. da parte mia, per quel che conta, tutto induce a credere che si viva tempi disperati, agli sgoccioli di un'era. Transizione, la parola d'ordine, a volare basso.
    Ogni estremo può essere illuminante. Ci si scontra, confronta, qualcosa rimane ed è l'approssimarsi della Verità, magari non la si raggiungerà, ma perché non tentare?

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  2. Angelo, i tuoi rilievi sono sempre puntuali e ben argomentati. Prima di risponderti, però vorrei attendere lo sviluppo del dibattito sul mio articolo, se sviluppo ci sarà... :-) Per ora, grazie.

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