venerdì 27 novembre 2015

Guerra all’Isis:  Renzi si è defilato
La  politica dell’ombrello. Degli altri



Sulla guerra all’Isis Renzi  si  è defilato…  E non gli si può dare torto.   La "coalizione" internazionale è ancora a un livello acquoso. E soprattutto,   politicamente, l' Italia è  una media potenza, militarmente invece, peggio ancora: una piccola.  Microesercito, pochi aerei,  marina fin troppo impegnata nel Mediterraneo,   morale della “truppa”, e in particolare dei vertici,  mediocre. Armi non convenzionali, neppure a parlarne. Forse potremmo contare sui Carabinieri e qualche reparto speciale, come la Folgore.  Poca roba. E quel poco che c'è,  è in giro per il mondo: le famose “missioni di pace”.  Quindi sul piano militare, la scelta è giusta.
E su quello politico? Diciamo che, moralmente,  abbiamo poco da perdere.  Dell’Italia nessuno si fida.  E la scelta di Renzi nulla toglie e nulla aggiunge a questo atteggiamento verso il Belpaese che, piaccia o meno,  è un "brand" diffuso all’estero.   Del resto, la politica estera di una media potenza militarmente nulla o quasi, quale poteva e potrebbe essere, se non quella di cercare di andare d’accordo con tutti? Storicamente,  sono noti a tutti di “giri di valzer” all’interno della Triplice e della Nato, con francesi e britannici da un parte e arabi e palestinesi  dall’altra. O comunque di appoggiarsi, se proprio necessario, ai più forti?  Insomma, di cercare sempre riparo sotto l’ombrello altrui?   
Ovviamente ciò ha provocato e può provocare lo sdegno di certi  patrioti tutti di un pezzo, che però plaudirono alla Prima Guerra Mondiale (che si poteva evitare, puntando sulla “lucrosa” neutralità giolittiana) e alla Seconda, inopinatamente fomentata da Mussolini, che quasi distrusse il Paese e culminò nella  guerra civile.  
Certo, potremmo in previsione di future e complesse scelte militari,  tentare almeno  di prepararci meglio alla bisogna,  stanziando più fondi per la Difesa. Ma Renzi,  da buon socialista, ben si guarderà dal provocare il potente partito neutralista ( e italianista), come dire, a fondo perduto,  formato, da post-comunisti,  pacifisti, partito delle mamme,  del Papa,  cattolici progressisti e non, anti-occidentalisti di varia estrazione, anche di destra.  D'altronde, quel divertentismo di cui parlavamo ieri, ormai è diventato per gli italiani una specie di seconda pelle, in alto come in basso. Quindi avanti con la politica dell’ombrello. Degli altri. 
La guerra non è fatta per noi. Prendiamone, serenamente,  atto.  


Carlo Gambescia                  

2 commenti:

  1. Caro Carlo, saggio nella tua analisi. Purtroppo questa è l'Italia. Panciafichisti della prima ora. Forse contiamo su qualche inconfessabile patto con "qualcuno", che ci garantirebbe la pace in casa nostra. Se così fosse, sarebbe una infamità, ma non sarebbe nemmeno la prima. Del resto Alfano vuole proteggere gli islamici qui in Italia. Chissà perché? Sono loro a rischio? E di che cosa o di chi?
    Gli altri, comunque, provvederanno a sporcarsi le mani (sangue) in vece nostra. L'Isis è un prodotto occidentale fatto da comparse-kamikaze islamiche. Qualcuno ha cresciuto serpi.
    Renzi? Un ipnotista da fiera. Gentiloni? Un'espressione geografica. Il resto della nostra politica? Noia e corruzione.

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  2. Grazie Angelo dell'interessante e ironico commento. Un abbraccio!

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