giovedì 5 novembre 2015

Chiesa Cattolica  in crisi
Da Francesco a Francesco


Ieri, per ragioni di lavoro,   ho  conversato a lungo  con alcuni cattolici, persone semplici, né di destra né di sinistra,  praticanti, alcuni di più, altri meno, ma tutti concordi nell’asserire che “se la Chiesa Cattolica fosse rimasta  povera dando retta a San Francesco, oggi  non si troverebbe nei guai”.
Il sentire comune del “cattolico medio”  può sorprendere - non il sociologo però -  per la sua ingenuità.  Ma le persone -  la famigerata “gente”  -  sono fatte così: o credono a tutto:  “una Chiesa di santi” o credono a niente: “una Chiesa di demoni”; si va da un eccesso di ingenuità all’altro. Pareto docet.
La sociologia invece insegna che se la Chiesa di Roma si fosse concretamente ispirata a San Francesco, non esisterebbe più da secoli: priva di risorse economiche e spogliata di ogni proprietà dal  potere laico, in alto si sarebbe asservita ai nascenti poteri statali,  in basso  avrebbe dato vita a sette, dai riti molto diversi,  più superstiziose che religiose, e animato  gruppi dediti a una povera carità, condannati a  finire  nell'orbita - se non del tutto fagocitati -   della nascente  assistenza statale.
Le risorse economiche sono fondamentali. Di una Chiesa economicamente debole, i nemici avrebbero fatto (e possono sempre)  fare un solo boccone. Ecco la lezione politologica. Però il cristianesimo predica la povertà.  E qui affiora la contraddizione che ha prodotto per secoli lotte e fratture. Contraddizione che, all’interno del cattolicesimo, alcuni papi hanno gestito con realismo politico, altri meno (soprattutto nella seconda metà Novecento), conciliando accorto uso delle risorse e retorica della povertà (*).
Papa Francesco potrebbe avere spezzato questo equilibrio in favore dell’altro Francesco. Sicché, anche se prematuro parlare di catastrofiche crisi finali, la Chiesa rischia di pagarne le conseguenze in termini di ulteriori fratture e divisioni, favorendo il vero  nemico (**) che, sociologicamente parlando, non è rappresentato dai ricchi ma dal potere laico.  


Carlo Gambescia  

(*) Al riguardo si veda, come dire, per le linee guida, che vanno oltre il periodo indicato nel titolo:  J.F. Pollard, L'Obolo di San Pietro. le finanze del papato moderno: 1850-1950, Il Corbaccio 2006.
(**) Dal punto di vista della Chiesa, ovviamente,  in quanto potere religioso, istituzionalizzato, e quindi opposto a quello laico, altrettanto istituzionalizzato.

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