martedì 20 ottobre 2015

Assolto Erri De Luca
La fortuna di vivere in Italia



Non ci sorprende l’assoluzione di  Erri De Luca, la nostra è una società libera.  Certo, il rischio è quello di usare due pesi due misure, come oggi nota, e per certi versi giustamente, la stampa di destra: rischio che però  va accettato perché la libertà di opinione  è il bene più prezioso in assoluto. Nella Russia Sovietica o di Putin, oppure nella Cuba di Castro, o nell’Argentina di Videla,   De Luca sarebbe finito a marcire in  carcere. Invece da noi, Paese libero, le idee, giustamente, non sono perseguite penalmente.   Però, ecco il punto,  possono essere discusse.
Sotto questo profilo colpiscono due affermazioni di De Luca, le seguenti:
-  “Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell'aria e dell'acqua”.
 - “Sono incriminato per aver usato il termine sabotare, un termine che considero nobile, perché praticato da figure come Gandhi  e Mandela, e democratico” (*).
1) De Luca è talmente accecato dai suoi principi, assai vaghi ( che significa difesa del suolo, dell’aria, dell’acqua? Tutto e niente…), al punto di ignorare che la costruzione della linea ad Alta Velocità  è esito di un processo democratico che ha messo  in minoranza i seguaci dell’ipotesi contraria. Ora, la democrazia, come risposta,  imporrebbe ai "perdenti", non il “sabotaggio” ma la conquista del consenso in Parlamento  per poter cambiare le cose nel corso della prossima legislatura.  De Luca, invece, invitando, “verbalmente”,  all’azione diretta  si comporta da nemico  delle nostre istituzioni politiche.  Come il più classico dei fascisti. O se si  preferisce, come un leninista, pronto a usare la democrazia in modo opportunistico.
2) Il paragone con Gandhi e Mandela, rivela due cose: a) la natura spaventosamente egocentrica del personaggio, in realtà un mediocre scrittore con trascorsi, piuttosto pesanti, di estrema sinistra; b)  La perdurante incomprensione delle situazioni storiche reali, tipica del rivoluzionarismo anni Settanta  del secolo scorso, che ben si prolunga in De Luca.  Ieri, la sinistra pseudo-rivoluzionaria, si illudeva di vivere a Pietrogrado nel 1917, oggi  nel  Sud Africa o nell’ Alabama degli anni Sessanta, ripetendo così  con i No Tav  gli stessi tragici errori degli intellettuali di allora,  fiancheggiatori di sabotaggi via via sempre più gravi fino a sfociare in atti di  terrorismo verso le  persone.
Erri De Luca, continua a vivere, veramente, su un altro pianeta.  E invece, per sua fortuna risiede in Italia.  Ma va bene così.

Carlo Gambescia    




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