martedì 23 giugno 2015

Pro gender, No gender
Todos illiberali



La manifestazione di Piazza San Giovanni  non c’è piaciuta.  Ma non abbiamo apprezzato neppure le reazioni  degli avversari che hanno tirato fuori il medioevo e l’omofobia. Insomma, todos illiberali.  Ci spieghiamo meglio:  in uno stato liberale  - laico  è altra cosa, da tirannia della maggioranza, tirannia  che, cambiando segno,  può anche  essere confessionale -    ogni cittadino deve  essere libero di  educare ( e far educare)  i propri figli secondo i principi in cui crede.    Perciò il vero  problema è la scuola pubblica  che  rischia di essere usata dai Pro gender  come dai No gender solo per dettare la linea.  Vincente, in un certo momento storico.  E magari a colpi di martello legislativo.  
Che fare, allora?  Chi crede nella cultura gender istituisca  le proprie scuole. Idem per i cattolici, che la  rifiutano. Quel che va  evitato  è l’ imposizione di una  ideologia pubblica “unica”,  confessionale o laica a colpi di leggi (nell’uno come nell’altro senso).  Il male è nello statalismo e nel diritto motorizzato eticamente. Il nemico è lo Stato Etico (di qualunque etica si tratti).
La scuola, insomma andrebbe privatizzata, in toto.  E i tributi  scolastici -  almeno per  gli anni dell’obbligo -  detratti dalle imposte, e  per tutte le “fedi”...
Utopie? Forse.   Dimenticavano… E la  battaglia di civiltà?   Attenzione, che è tale per gli uni come gli altri… Per gli omo come per gli etero.  Perciò va evitata.  Lasciando  libero il cittadino - che non ha bisogno di tutori -   di decidere il proprio bene.   Si chiama liberalismo.
Carlo  Gambescia        
   

               

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