venerdì 8 maggio 2015

Destra allo sbando
Il moderato dove lo metto?



Leggevamo ieri di un  Berlusconi che vuole ispirarsi al partito repubblicano americano. Il Gop come modello per la rediviva Forza Italia, per ora ridotta ai minimi termini e nelle mani di un (quasi) ottantenne che non vuole capire che il suo ciclo politico è finito.  Certo, un Gop all'italiana:  senza primarie  dominato da  un prossimo venturo  rimbambito che a pranzo vuole  la pasta combattenti....   Roba da ridere.
Allora, quali alternative elettorali per  moderati  e conservatori? Il galleggiamento politico di Alfano? Il personalismo degli ultimi diadochi centromeridionali.  L’inconcludente populismo di Salvini? Il qualunquismo postmoderno, venato di neofascismo, dei relitti aennini?   
Probabilmente,  una parte dei  moderati  andrà  a  rafforzare Renzi, soprattutto se l’avversario  in caso di  ballottaggio si dovesse chiamare Grillo. Al massimo,  dal momento che da qui a uno-due anni le cose  difficilmente cambieranno,  il potenziale elettore di destra  disperderà  il  voto e/o andrà  a ingrossare il partito delle astensioni.
E il voto cattolico?  Si dice che Renzi non sia molto popolare in Vaticano.   In realtà, la Chiesa Cattolica, considerato il  limitato numero dei praticanti,  non ha  più alcuna voce in capitolo. Il voto cattolico,  da anni, si è secolarizzato ( e polverizzato):  a parte alcuni  gruppi minori (a destra come a sinistra), nessun catto-elettore sembra più  disposto a seguire indicazioni di voto dall’alto; “suggerimenti”, a dire il vero, che la Chiesa stessa, mangiando la foglia, si guarda bene dall’esplicitare.
Del resto, vanno considerati due fattori  di fondo, tipicamente italiani.  Purtroppo -perché si tratta di una  verità amara da mandar giù, soprattutto per il sociologo.
Il  primo, riguarda l’arretratezza  culturale della  destra italiana, statalista come la sinistra. Solo per dire una: si  difende la scuola pubblica.  Il secondo, direttamente  connesso al primo, anzi da cui dipende il primo:  l’elettore italiano (e il discorso si potrebbe allargare anche alla sinistra)  di moderato e liberale, ha ben poco.  Per dirla,  con il dottor Notte (Stefano Accorsi), di “1992”, la fiction dedicata a Tangentopoli,  “ è smoderato, va dove gli tira il pisello”.  Ne consegue,  quell’impasto di individualismo anarcoide  e  protezionismo sociale,  che sembra caratterizzare (in particolare) i  programmi politici di una destra arruffona sul piano economico e qualunquista su quello politico. Che, invece di cambiare gli italiani, li vellica e concupisce.  
Troppo facile, metterla sull’antropologico?  La solita vecchia  storiella azionista  degli  italiani vittime del proprio selvaggio arcaismo che piace  tanto agli anglofili?   Forse.   Ma,  francamente, resta difficile  trovare  altra spiegazione.
A proposito, qual è il succo politico immediato di questo nostro discorso? Renzi forever…     

Carlo Gambescia                         

                 

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