martedì 10 marzo 2015

Partito il Quantitative easing
Draghi, il mago del cortisone...

Il re del cortisone,  Draghi

Senza tanti giri di parole:  l’acquisto titoli da parte della Bce (Quantitative easing) è come un’iniezione di cortisone, di quelle che gonfiano, che  "fanno un faccione così".  Nel caso, il viso a rischio è quello della  liquidità europea,  nelle mani delle banche, of course.  Il cortisone è un ormone che  può alleviare i dolori, in alcuni casi far guarire, ma alla lunga può provocare danni irreversibili. Il che spiega,  per tornare alle  stagnanti acque dell'economia europea,  i limiti precisi dei  tempi di intervento, non oltre  il 2016.  Si allentano i cordoni della borsa confidando nell'ipotesi che una più consistente dose di liquidità,  gestita dalle banche periferiche,  possa  far ripartire tutto l’ambaradan.   Ma come?   Innescando, quello che i manuali alla  Samuelson, definiscono  il circolo virtuoso: da un lato,  basato  (in entrata)  sul deprezzamento dell’euro, sull’aumento delle esportazioni,  sul calo dei tassi di interesse,  dall’altro (in uscita),  sui  minori oneri per il debito, sulle maggiori risorse per gli investimenti pubblici  e  privati,  sul rilancio delle   vendite, della produzione, delle assunzioni e dei consumi.            
Come abbiamo più volte scritto non siamo economisti, ne sappiamo solo quanto basta dal punto di vista dell’analisi sociologica. Diciamo allora che, nel nostro piccolo,  formuliamo due previsioni.
La prima:  se la strategia  di Draghi, una specie di mago del cortisone (se ci si passa la battuta),  si rivela giusta  il volano della liquidità, generando inflazione a piccole dosi,  può far ripartire l’economia reale. La seconda: esiste anche  il rischio  contrario, infatti l’eccesso di liquidità (il denaro  facile) può  alimentare l’economia  non proprio reale della speculazione finanziaria.  Il cortisone-easing, insomma,  è l’amico-nemico del malato-economia europea.  È un ormone infido che può guarire come uccidere.  Depende. Dall’uso.  
A dire il vero, la strategia “cortisonica”  non è un’invenzione di Draghi:  si tratta di blando keynesismo monetarista, un impianto concettuale che mescola economia dell’offerta e della domanda, un impasto per palati sottili, che sarebbe complicato spiegare: chiediamo fiducia sulla parola.  Draghi però lo ha recuperato, se si vuole  reinventato e imposto ai tedeschi:  il che è un suo indiscutibile merito (o demerito... perché tutto dipenderà dai risultati, che per essere valutati richiedono, al di là dei titoloni dei giornali di oggi sul "superbazooka di Draghi",  ben  più di qualche giorno, settimana o mese).
Inoltre, punto importante,  se è   vero che il "cortisone" monetario  dà maggiori  garanzie circa il risultato quanto più  la scala di intervento è ridotta,  è altrettanto vero che tanto più  l’economia  “cortisonizzata”  sarà aperta  verso l’esterno quanto più le possibilità di ripresa si faranno più  reali ed estese.  Tradotto: nei sistemi chiusi (autarchici)   i risultati della  “cortisonizzazione” si traducono  in  vantaggi solo  per alcuni gruppi sociali garantiti politicamente (burocrati di stato e monopolisti), mentre  nei sistemi  aperti ( con o di mercato)  i vantaggi si diffondono a pioggia su tutta la società. Per dirla brutalmente: nei sistemi politico-economici avanzati (diciamo di terzo-quarto stadio, Organski, docet), il rachitismo sta alla società chiusa come la gagliardia alla società aperta.  
Perciò  l’uscita dall’Euro, da molti invocata, comporterebbe per ogni singolo stato  - sempre che non si voglia regredire all'età della pietra -  una doppia riedizione, in scala ridotta,  della politica “cortisonica” sul piano nazionale  e   dell'  apertura, senza se e senza ma,  verso  il mercato internazionale. 
Di sicuro, per noi le cose non andrebbero meglio, anzi.  Dal momento che  il peso della competitività sarebbe ancora più gravoso: a quella  extraeuropea si sommerebbe  l’agonismo economico  intraeuropeo.   Praticamente,  una mission impossible  per  un’ economia come quella italiana  priva di grandi  risorse naturali, con un  debito pubblico fuori controllo, una pressione tributaria elevatissima  e  dai  bassi livelli di  produttività.   Pertanto,  è  giusto segnalare  il pericolo dell' eccesso di cortisone,  ma è  molto più importante respingere le  lusinghe dei  piazzisti del nazionalismo a buon mercato.        

Carlo Gambescia

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