mercoledì 24 settembre 2014

Articolo 18 e dintorni
I sacri totem di Bersani




«L'articolo 18 non è un simbolo, ha certo un aspetto simbolico, e non si può buttarlo via. Grazie all'art.18  il lavoro non è solo salario, è la tua dignità, la tua libertà, il tuo diritto alla trasformazione di questo mondo». Così l'ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani a “Dimartedì”  su La7.
Che dire? Purissima  archeologia sindacale e socialista.  Dietro la quale si nasconde il timore della vecchia guardia del Pci e di qualche paelodemocristano di sinistra come la Bindi  di essere  fatti fuori per sempre dalla politica che decide.  La questione dell’articolo 18, tecnicamemente parlando,  è puramente marginale. Infatti riguarda pochissime imprese e  poco più della metà  dei lavoratori dipendenti.  Insomma, non è un problema così  diffuso e sentito, come si vuole far credere. Al riguardo si veda  l’ottimo articolo di  Lidia Baratta (*). Quindi perché non lasciare certe sparate a quel trotskista di Landini? 
Ciò però  non significa che in linea principio non siano necessarie tutele. Il problema  è  quello del come.  In  Italia, dove la produzione legislativa ha raggiunto punte impressionanti, rallentando i processi economici, non occorrono  nuove leggi,  bensì  una magistratura civile (attenzione, non strettamente del lavoro) capace in poco tempo, sulla base di  principi generali ( e non di leggi speciali, come ad esempio lo Statuto dei Lavoratori), di rendere giustizia a chi  liberamente vi si rivolga.   
Per farla breve,  a Bersani andrebbe ricordato che i magistrati dovrebbero lavorare di  più. Ci ascolterà.  Non crediamo. Perché  in Italia,  la sinistra  socialcattocomunista  oltre al totem del  sindacato ha quello dei giudici...

Carlo Gambescia  



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