martedì 10 giugno 2014

La vittoria di Livorno
Conferma: 
Il MoVimento Cinque Stelle è di sinistra

Grillo Cinque stelle


“Livorno. Espugnata la Roccaforte rossa”. Così i  media definiscono la vittoria del  MoVimento 5 Stelle. Voto di sinistra? Voto di destra? Voto di centro?  Quel  quasi  quattordici per cento  in più di voti rispetto al primo turno,  potrebbe essere giunto da  una sinistra  divisa  e prigioniera di  faide interne. Quindi, se il Pd fosse stato  unito,  avrebbe vinto.  Idem a Civitavecchia.
Tutto ciò aumenta i nostri sospetti su una questione molto importante. Quale?   Che  il  M5S   sia  un movimento dall'impronta chiaramente  di sinistra. E, questo, al di là del fatto che  i flussi di voto, a cominciare dalle politiche, indichino che un terzo dei consensi pentastellati proviene dal  centrodestra,    Certo si tratta di  una forza politica  fortemente  venata di  populismo, ma di sinistra. Infatti, è verissimo che   siamo davanti a un movimento politico nemico della "casta",  diffidente verso il  mercato e la Chiesa,  sensibile ai  richiami dell’idea cospirativa e di una  ingenua forma di democrazia diretta . Ma che,  indubbiamente,  resta ancorato, - ecco il punto-  all'idea dello stato-che-vede-e-provvede (di sicuro gli idealisti sosterranno che essere di sinistra è altra cosa, eccetera, eccetera...).
Ovviamente, Grillo e dirigenti politici,  pur di catturare voti  e raggiungere il famigerato 51 per cento, si definiscono al di là della destra e della sinistra. Non dimentichiamo che in Italia esiste anche un forte populismo di estrema destra, per il quale votano elettori che senza porsi tanti problemi  parlano, anche pubblicamente,  di voler  mettere al muro questo o quel  membro della "casta". E quindi sono elettori potenzialmente in sintonia con l'inquietante populismo, di cui  Beppe Grillo si fa, spesso ferocemente,  messaggero e inteprete.  
Esiste però un dato ideologico-programmatico legato a un fattore di mentalità  che, in qualche modo va oltre le posizioni personali degli stessi fondatori del movimento. Un specie di credo - di fatto valoriale -  che abbraccia dirigenti,  attivisti, votanti  e che  conferma le patenti di sinistra del M5S:  lo statalismo. Si pensi alla recente posizione di Fico sulla Rai,  all’idea, per quanto confusa, di istituire un reddito di cittadinanza, al sostegno, a prescindere, che  viene dato al lavoro rispetto al capitale, all’attribuzione della crisi  fiscale dello stato  alla corruzione, ai privilegi, all’evasione e non al micidiale mix pressione fiscale/spesa pubblica, scaturito e sviluppatosi  nel tempo  dall’ ingombrante e diseducativa (per  imprese cittadini)  presenza dello stato in quasi tutti gli  ambiti societari.     
Sintetizzando: per i pentastallati, lo stato non è il problema ma la soluzione. Tipica idea costruttivista di sinistra. Che, ovviamente qui in Italia, esercita il suo vischioso  fascino, oltre  che sull’elettore post comunista, su quello cattolico (di sinistra)  e  di destra (sociale). 
Il che significa che una volta potere, il MoVimento  5 Stelle tasserebbe,  complice  anche  la fissa pentastallata per l’ecologia, addirittura  l’aria che purtroppo non possiamo non respirare.    

Carlo  Gambescia
                      

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