lunedì 2 settembre 2013


Perché la destra italiana non fa cose di destra? 
  




Osservatori, opinionisti,  elettori e  simpatizzanti  chiedono alla sinistra di  fare cose di sinistra. E a destra?  Silenzio. Nessuno chiede, se non quattro-gatti-quattro, di fare qualcosa di destra soprattutto in economia, dove, se ci  si passa l’espressione, le chiacchiere stanno a zero:   come  abbassare  radicalmente le tasse, tagliare non per finta la spesa pubblica,  privatizzare a cascata (cominciando dalla Rai), ridurre ai minimi termini  il potere dei sindacati.  Il problema è che la destra  sembra essere statalista, proprio come la sinistra.   Insomma,  una volta al governo (come è accaduto nel 2001-2006), la pseudo-destra chiacchierona e interventista dello Stivale  finisce sempre -  tassando ed espandendo la spesa pubblica -  per  non distinguersi politicamente dagli avversari..
Chi sarà in grado di fare qualcosa di destra?  Di sicuro, non la destra post-An, mai liberatasi dell’eredità statalista del  fascismo  e  arcinemica del mercato. Ma neppure la destra di osservanza berlusconiana, composta di ex socialisti, ex democristiani, post-missini,  tutti protezionisti sociali, più o meno camuffati, sempre pronti  a patteggiare economicamente  con il centro, la sinistra e i sindacati.
E gli italiani?  Diciamo che, dopo decenni di politiche, costose e inefficienti,  tese alla protezione sociale,   l'elettore sembra comunque portato a preferire, probabilmente per assuefazione, l’individualismo assistito a quello eroico e competitivo: si vota  per chi promette più sussidi...  Il che, va riconosciuto,  rende obiettivamente difficile alla destra di fare cose di destra, soprattutto sul piano economico.  
Spiace dirlo, ma  gli italiani hanno la destra che si meritano.

Carlo Gambescia

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