mercoledì 12 giugno 2013


La solidarietà ha un costo di esercizio:
qualcuno avvisi, con il dovuto rispetto, Papa Francesco


Prima i fatti.
SAN PIETRO NON AVEVA UN CONTO IN BANCA - "San Pietro non aveva un conto in banca, e quando ha dovuto pagare le tasse il Signore lo ha mandato al mare a pescare un pesce e trovare la moneta dentro al pesce, per pagare". Lo ha detto oggi papa Francesco nell'omelia della messa a Santa Marta, dedicata alla "povertà" e "gratuità" con cui deve agire la Chiesa.
PER OPERE CHIESA NON SI AGISCA DA IMPRENDITORI - La "povertà" che deve caratterizzare la Chiesa "ci salva dal diventare organizzatori, imprenditori", ha detto il Papa nella messa a Santa Marta. "Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un po' complesse; ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore", ha aggiunto.
UNA CHIESA RICCA E' UNA CHIESA VECCHIA,SENZA VITA - Se si vuol fare "una Chiesa ricca", allora "la Chiesa invecchia", "non ha vita". Lo ha affermato oggi papa Francesco nella messa a Santa Marta, esortando a un annuncio del Vangelo fatto con "semplicità" e "gratuità". "La Chiesa non è una ong", ha ribadito, "nasce dalla gratuità" di cui "la povertà è un segno".
TWITTER; NON DOBBIAMO AVERE PAURA DELLA SOLIDARIETA' - "Non dobbiamo avere paura della solidarietà, di sapere mettere ciò che siamo e che abbiamo a disposizione di Dio". Questo è il testo del nuovo messaggio diffuso oggi da papa Francesco su Twitter.



Che dire? Quale fondamento economico-organizzativo può avere una gestione economica dei beni e delle attività della Chiesa basata esclusivamente  sulla Divina Provvidenza? Di sicuro,  ne ha più di uno sul piano degli “arcana” teologici  del cristianesimo. Misteri della fede,  che, sostanzialmente,  si possono ridurre a uno solo: “Dio vede e provvede”.
Perfetto. Chi scrive è credente.   E  purtroppo, anche  vivente.  Insomma,  come è noto a tutti (credenti e viventi),   non si vive di solo spirito ( e di soli  pani e pesci miracolosi...). Quindi riformuliamo la domanda: quale fondamento,eccetera, sul piano economico? Dove, da bilancio, le uscite devono pareggiare le entrate? Certo, si può contare sulle donazioni  e  altre forme di aiuto esterno.  Ma come conciliare la carità esterna,  una tantum  con i costi annuali di ammortamento dei beni economici posseduti dalla Chiesa?
Alla Chiesa serve certamente un cuore povero, come osserva Papa Bergoglio, ma, se vuole continuare a fare del bene, le occorrono  capitali.  Che, in quanto tali,  impongono rigorosi criteri economici e di bilancio. La solidarietà ha un costo di esercizio.  Detto altrimenti:  la Chiesa deve farsi anche imprenditrice. Senza esagerare, ma, ripetiamo, imprenditrice.
Concludendo, non ci si può  accontentare  della retorica pauperista  che  Papa Bergoglio sembra condividere...   Sono argomentazioni  molto pericolose,  perché  possono  contribuire a creare aspettative sbagliate  in quegli ambienti che da sempre aspirano a una Chiesa priva di risorse economiche proprie e  quindi politicamente docile e controllabile. 

Chi non ha del suo pane, deve vivere di quello dell'altro.  E come insegna il Poeta:  Tu proverai sì come sa di sale/ lo pane altrui, e come è duro calle/ lo scendere e 'l salir per l'altrui scale  (Dante, Paradiso, canto XVII). 

Carlo Gambescia

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