lunedì 10 giugno 2013





Gnädige Frau Mestizia,
la situazione italiana ci lascia perplessi, più che perplessi. Il nostro ambasciatore a Roma, i nostri analisti, i nostri studiosi, politologi, giornalisti, agenti segreti in loco manifestano i primi sintomi di un grave esaurimento nervoso. Le espongo con ordine i punti che più ci risultano enigmatici, e sui quali richiamiamo la Sua attenzione:

1) Negli ultimi giorni, il Cav. Bernasconi ha dichiarato che il governo italiano deve ingaggiare “un braccio di ferro” con il governo tedesco e le istituzioni UE, al fine di “rimettere in moto…il motore dell’economia”, altrimenti l’Italia, in buona sostanza, denuncerà i trattati UE e uscirà dall’euro.
2) La posizione del Cav. Bernasconi sembra chiara, e, soppesati vantaggi e svantaggi reciproci d’Italia e Germania, francamente ci stupiamo che non sia stata espressa anche prima da un esponente politico italiano di rilievo.
3) Però il suddetto Cav. Bernasconi a) non ha aperto bocca quando il Presidente Napolitano lo ha sostituito con il Prof. Mario Monti, persona di nostro gradimento il cui governo ha sempre agito d’intesa con il nostro b) attualmente, il partito del Cav. Bernasconi è parte integrante di un governo guidato dal Presidente Letta, autore di un pregevole opuscolo dal titolo “Morire per Maastricht”, che appoggia con il massimo vigore e il più commovente pathos l’azione e la linea del governo tedesco e delle istituzioni UE.

Ci risulta impenetrabile il rapporto logico fra il punto 1) e il punto 3), come fra il punto 3) e il punto 2). Prima di rinunciare a capire, ci rivolgiamo a Lei, pregandoLa di fare ricorso alla Sua nativa comprensione delle sfumature del carattere italiano, che evidentemente non riusciamo a penetrare con i soli strumenti della razionalità e della Realpolitik. RingraziandoLa fin d’ora per la collaborazione, porgiamo cordiali saluti. Suo
Otto Freiherr von Feuer und Schwert, Gran Penitenziere Imperiale


Illustre Freiherr von Feuer und Schwert,
ben lieta di rendermi utile a Lei, al Suo governo e alle istituzioni UE,  non posso a mia volta non richamare alla Sua attenzione i seguenti fatti:

A) In Italia c’è un antico proverbio che recita così: “parlare a nuora perché suocera intenda”. In questo caso, il Cav. Bernasconi parla a nuora (il Suo governo) perché suocera (il governo statunitense, in particolare il presidente Obama) intenda che egli non ha la minima intenzione di lasciarsi incarcerare dalla magistratura italiana per la varie scappatelle di cui è accusato. Invita pertanto “la suocera” a mantenere la promessa fattagli a Washington, quando il Presidente Obama gli disse “Non caschi, e se caschi caschi in piedi”.
B) Il Cav. Bernasconi è sentimentalmente legato al teatro di varietà, una forma d’arte che per quanto obsoleta, fa tuttora parte integrante del corredo genetico degli italiani. Un tratto caratteristico del teatro di varietà italiano era il seguente: quando lo spettacolo minacciava di essere fischiato dal pubblico e di risolversi in un fiasco rovinoso, la compagnia ricorreva a un trucco di sicuro effetto: il gran finale patriottico. Le ballerine sgambettavano sventolando una miriade di bandierine tricolori, e il capocomico, con apposita canzoncina, invocava – a seconda delle appartenenze politiche prevalenti fra il pubblico – “Trieste italiana” o “Garibaldi”. Dopo gli immancabili, scroscianti applausi, gli artisti tornavano in camerino, si toglievano il costume e il trucco di scena, e la tournée proseguiva come al solito.
C) L’Italia è, come il Suo governo non manca di rammentarci, un paese debole e antiquato. In antico, si usava indicare la donna come “il sesso debole”, e di lei si diceva che “la donna è mobile/qual piuma al vento/muta d’accento/e di pensier”. Ecco: l’Italia è una donna d’altri tempi; e il Cav. Bernasconi, con tutto il suo celebre dongiovannismo, è prima di tutto un italiano.
D) Una tesi storiografica, non so quanto fondata, spiega così il comportamento enigmatico tenuto dal governo Badoglio l’otto settembre del 1943. Fra il Maresciallo Badoglio e il generale Kesselring sarebbe intercorso uno scambio ufficioso così concepito: a) il generale Kesselring garantisce un salvacondotto personale a Badoglio, famiglia reale e seguito, i quali potranno trasferirsi da Roma a Pescara indisturbati, rifugiandosi sani e salvi dietro le linee angloamericane b) in cambio, il Maresciallo Badoglio non informa le FFAA italiane - in superiorità numerica schiacciante, sul territorio italiano, rispetto alle truppe tedesche - del rovesciamento di alleanze già concluso, e non predispone le misure necessarie a prevenire l’inevitabile, violenta reazione tedesca.

A Sua disposizione per ulteriori chiarimenti, La saluto con viva cordialità. Sua
donna Mestizia


Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...

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