mercoledì 1 maggio 2013

                                                                                    Festa del lavoro  2013

I giovani  e  gli alti e bassi del  sistema economico



Festa del Primo Maggio. Impazza la retorica sulla disoccupazione giovanile. In effetti,  i dati sono sconfortanti. In pratica un giovane su tre (under 35) è privo di lavoro. Che fare? Diciamo subito che soldi per grandi politiche tipo “New Deal”, rivolte a creare posti di lavoro pubblici o semipubblici non ci sono. Con i fondi europei si potrebbe fare qualche cosina, ma si tratta di spiccioli.
Alcuni propongono  di  defiscalizzare le assunzioni  tra i diciotto e i trentacinque anni.  Eccellente.  Ma come conciliare due politiche opposte?  Da una parte il  prolungamento dell’età lavorativa, dall'altra   l’apertura professionale alle  nuove leve ? E, comunque sia,  dove  prendere i soldi per recuperare il mancato introito da  defiscalizzazioni?  Soprattutto in un sistema economico già stremato dalla proibitiva pressione fiscale? 
Come il lettore può capire si tratta, per dirla brutalmente, dei famigerati conti della serva. Si toglie da un parte per “tappare” un buco dall’altra, e così via. E di tutto questo sta discutendo il nuovo governo. Poca roba, insomma.  Anche l'idea  del  recupero dell'evasione fiscale  resta un fattore più mitico che economico.  Del resto, tralasciando gli aspetti tecnici controversi (alcuni indicano nell'evasione una forma di autodifesa dall' elevata  pressione fiscale),  si tratta di questione antropologico-educativa, la cui soluzione richiede tempi lunghi.  L'esatto contrario di quel che occorre:   misure  antidisoccupazione  a breve scadenza.   
Perciò non è un problema ( o almeno non solo) provocato dai vincoli di bilancio imposti all’Italia dalla cattiva Europa e in particolare dalla Germania. Se il cavallo dell’economia mondiale, sulla cui  "groppa", volenti o nolenti  siamo tutti abbarbicati,   non tornerà a bere e correre,  sarà molto difficile perfino sperare  che possano  nascere e moltiplicarsi  i  posti lavoro… Dispiace dirlo,  ma   solo quando  il Pil   tornerà  a   risalire, grazie alla ripresa delle economie più forti, innescando  il circolo virtuoso della spirale  produzione-consumo, i giovani  potranno trovare lavoro.
Piaccia o meno, ma l'economia di mercato  funziona per alti e bassi. Nelle fasi di crescita si può sicuramente ridistribuire una torta sempre più grande, in quelle di stasi   o   recessione, quando la torta non aumenta di peso e dimensioni o rischia  perfino  di  farsi  più piccola,  non è invece possibile. In quest'ultimo caso,  quando la crisi persiste,  si  rischia di  logorare  il tessuto sociale,  inaridendo  le fonti  stesse del  consenso politico.         
Si può invertire artificialmente il ciclo economico? Sul  punto gli economisti si dividono in  non interventisti e  interventisti. Il non interventismo può avere un costo  elevato in termini di disoccupazione e consenso sociale. Ma anche l’interventismo può produrre tassi di   inflazione a due cifre, disavanzi pubblici imponenti,   pressione fiscale crescente,  e  di riflesso  caduta degli stili di vita  e  scontento   nei ceti più produttivi .

Da qualche tempo  sembra in atto un ripensamento,   perché si torna a parlare, anche in Italia, di interventismo.  Soprattutto per rendere meno pesante la situazione dei giovani.  Ma, ripetiamo, dove e come trovare i soldi necessari? 

Carlo Gambescia

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