lunedì 27 maggio 2013





Cara donna Mestizia,
Le segnalo un grave episodio recentemente verificatosi sotto i miei occhi. Con l’idea di acquistare una bistecca per cena, ieri sera, all’uscita dal lavoro, mi reco dal macellaio di fiducia. Sono le sei e mezzo, il negozio è affollatissimo, e il titolare, il sempre valido ma ormai ex giovane Cav. Nereo Sparacchini, non riesce più a servire i clienti con la prodigiosa, giocolieristica rapidità d’un tempo. Petulante, una signora che da qualche minuto gli ha ordinato una costata con l’osso lo sollecita, e addotti certi suoi improrogabili impegni lo apostrofa sgarbatamente così: “Che stamo ancora a pascola’ er vitellone?” Lo Sparacchini si annuvola, la guarda, fa una pausa significativa e a gran voce chiama in aiuto il suo garzone, in quel momento al lavoro sui quarti di bue nel reparto frigorifero. Il solerte giovanotto risponde tosto all’appello, e piomba in negozio ancora tutto infagottato nel grembialone coperto di macchie rosse, con le mani e la faccia insanguinate e brandendo alta la mannaia gocciolante. All’istante, il negozio si svuota in uno scomposto fuggi fuggi generale, al quale dà il via, sgomitando e distribuendo borsettate alla cieca, proprio la signora che con tanta impazienza aspettava la sua costata. Resto io solo, che nonostante fossi l’ultimo della fila vengo immediatamente servito. Non nego che ciò mi abbia fatto piacere, anche perché mi piace cenare presto per poi dedicare la serata allo studio dell’Esperanto e all’elaborazione dei miei progetti di Governo Universale Pacifico, recentemente minacciati dai sabotaggi della potente, infida organizzazione estremista dei Vegetariani per la Pace Vegetale Universale. Cionondimeno, l’episodio resta di estrema gravità, e testimonia, se ve ne fosse bisogno, quanto lavoro c’è ancora da fare per costruire una cultura dell’accoglienza, della solidarietà, dell’eguaglianza e insomma della cittadinanza e della pace universale. RingraziandoLa per l’ospitalità, La saluto cordialmente e mi deziras al vi multan feliĉon (Le auguro tanta felicità). Suo
Dott. Emerenziano Paraponzini

P.S. Rileggendo, mi accorgo che ho scordato di fare il nome del bravo garzone di bottega del Cav. Nereo Sparacchini. Il laborioso giovane si chiama Pik Badaluk, è originario dello Zambia, da quasi tre anni presta la sua opera – a prezzo assai modico, mi dicono - presso la macelleria del Cav. Sparacchini, e, benché clandestino, spera di ottenere quanto prima la meritata cittadinanza italiana (in attesa di poter rivendicare - aggiungo io - la cittadinanza del mondo che gli spetta di diritto).

Caro Dott. Paraponzini,
La ringrazio per la preziosa segnalazione, che per un caso curioso mi tocca anche personalmente. La mia domestica a ore Kabimba, originaria anch’essa dello Zambia, mi aveva infatti confidato, di recente, di un tenero legame nascente fra lei e un suo giovane compatriota, impiegato presso un macellaio del quartiere e ragazzo seriamente intenzionato. M’era sfuggito il nome del fidanzato, ma ora che Lei mi nomina il giovane Pik Badaluk e la macelleria del Cav. Sparacchini, a me ben nota, mi sovviene che si tratta senz’altro di lui. Ne sono assai lieta per la mia Kabimba. Purtroppo, la crisi economica che tutti ci colpisce mi costringerà, sin dalla settimana prossima, a privarmi della sua collaborazione domestica: ma sono certa di interpretare i Suoi sentimenti se anche da parte Sua faccio a Kabimba e a Pik Badaluk ĉiujn miajn gratulojn kaj bondezirojn por ilia estonteco kune (tutte le mie felicitazioni e i miei auguri per il loro futuro insieme).


Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...

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