martedì 9 aprile 2013

La morte di Margaret Thatcher




In tempi di buonismo, flaccido e irriguardoso verso i buoni veri (papi e santi, ad esempio) e in cui si propongono manifestazioni contro la povertà che ricordano i  rituali swazi  per evocare la pioggia,  è morta Margaret Thatcher:   cattiva emerita,  secondo la sinistra e,  a dire il vero,  statista largamente incompresa, perfino quando celebrata,  dalla destra liberale e non.  Anche perché   enfatizzare  il  suo liberismo (che pure c’era),   tuttora stigmatizzato  dalla sinistra e abbracciato infantilmente dalla destra,   non spiega  praticamente  nulla.
Margaret Thatcher (come del resto Reagan,  cui molti  la accostano)  fu soprattutto un’autentica individualista liberale, dal momento che riteneva ogni singola persona responsabile del proprio destino. "Io posso - diceva, citiamo a memoria - combattere in tutti i modi la povertà, ma in ultima istanza sarà sempre il singolo a scegliere tra il bene e il male, tra la responsabilità e l’irresponsabilità dinanzi agli  altri  uomini e a Dio”.  Il che rivela  la fortissima curvatura religiosa del suo pensiero che non può non essere apprezzata. E che per certi aspetti invece la allontana  (senza però mai separarla del tutto)  dal liberalismo più pragmatico di Reagan.  Pertanto, prima che liberista, la Lady di Ferro  fu liberale a tutto tondo. E, se ci si passa l'ardito l'accostamento, in senso  più  rosminiano che tocquevilliano: della religiosità come  questione individuale,  prima che  sociologica o associativa. 
Alla sua “antropologia” liberale (e non riduttivamente liberista), vanno sommate doti  non comuni, come il coraggio, il tempismo, l’intelligenza creativa, l’enorme capacità di giudizio politico e di visione strategica.  Qualità  personali cui va aggiunta la convinzione ideologica assoluta della mancanza di alternative all’economia di mercato:  teatro ideale -  a suo avviso -   per  un  individuo  visto come  attore protagonista.  Tesi,  ben illustrata  qui:



Chi desideri approfondirne l’opera - non solo sotto il profilo economico - può leggere il bel libro di Cosimo Magazzino, da noi recensito qui:http://carlogambesciametapolitics.blogspot.it/2012/05/il-libro-della-settimana-cosimo.html .
In conclusione, crediamo sia ancora presto per dare giudizi definitivi.  Tuttavia, in un mondo di nani politici, come quello dell’ultima parte del Ventesimo Secolo ( e inizio Ventunesimo),  una figura  come la   Lady di Ferro  non può non spiccare.  Piaccia o meno.

La terra ti sia lieve Margaret.

Carlo Gambescia

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