lunedì 11 febbraio 2013







Gentile donna Mestizia,
giunge notizia anche Qui dello scandalo bancario nato a Siena. Al tempo in cui anch’io, come Lei, mi trovavo a passare di Là, ne nacque uno, non meno grave e molto simile, a Roma. Vi fui coinvolto anch’io. Risultarono aver attinto denaro, per sé e per altri, alle casse della banca, dal 1875 al 1892: cinque Presidenti del Consiglio, precisamente io (per sessantamila lire, impiegate ad usi politici e non personali), Crispi, Rudinì, Cairoli e Depretis; 6 ministri; 53 deputati di tutti i settori della Camera; 35 funzionari delle alte gerarchie statali; 42 giornalisti della capitale e del resto della penisola; 71 dirigenti di banche grandi e piccole. Il governatore Bernardo Tanlongo e il cassiere barone Lazzaroni, con tutta la dirigenza dell’istituto (allora anche di emissione), furono assolti dalla magistratura. Lo scandalo della Banca Romana, perché com’Ella avrà compreso ad esso alludo, parve insomma finire nel nulla. Segnalo però alla Sua attenzione e a quella dei nostri compatrioti di Là un fatto concomitante. Negli anni seguenti, quindici milioni di italiani emigrarono a cercare pane e fortuna al di là degli oceani e dei monti, e con le loro rimesse dall’estero sostennero il corso dei titoli di Stato italiani, mentre in Italia la disoccupazione, la denutrizione, le tasse feroci provocavano epidemie di pellagra e disperate rivolte. Per aver ammazzato con i cannoni caricati a mitraglia un centinaio di milanesi che protestavano contro il rincaro del pane, Fiorenzo Bava-Beccaris ricevette il 5 giugno 1898 dal re Umberto I la Gran Croce dell'Ordine militare di Savoia, e il 16 giugno 1898 fu insignito del laticlavio. Furono le ruberie e l’impunità dei colpevoli a provocare la miseria, l’emigrazione, la violenza e la crudeltà? Non so, ma per quel che la mia esperienza di statista m’ha insegnato, non credo. Tra miseria e violenza delle plebi da un canto, corruzione e cieca crudeltà dei dirigenti dall’altro non v’è rapporto se non casuale, di fortuita coincidenza? Da quando mi trovo Qui, so per certo la risposta: ma purtroppo, m’è fatto espresso divieto di rivelarla a voi di Là. M’è tuttavia permesso trasmetterLe un ammonimento: eccolo.
Gi.Gio.42-28

Gentile Gi.Gio 42-28,
molto interessante questa serie TV in costume alla quale Lei sembra collaborare. Storia + fantasy, politica + soprannaturale? Innovativo! Questo supercattivo Bava–Beccaris è un gran personaggio che mi ricorda un po’ Geiar. Chi lo interpreta? E il buono chi è? Forse Lei? Ci tenga al corrente.

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Egregia donna Mestizia,
sono Mr. X, personalità eminente al di fuori del giro dei partiti politici e prossimo Presidente della Repubblica italiana. La presente circolare per informare Lei e i Suoi colleghi dei media, rete compresa, che in concomitanza alla mia elezione il reato di vilipendio del Capo dello Stato sarà modificato in senso retroattivo. Uomo/donna avvisato/a…
Mr. X 2013

Egregio Mr. X 2013,
…mezzo/a salvato/a. RingraziandoLa della preziosa notificazione, porgo distinti ossequi.

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Gentile Sorella Mestizia,
sono Ms. X, personalità eminente al di fuori del giro dei partiti politici e prossima prima Donna Presidente della Repubblica italiana. La presente circolare per informare Lei e le Sue colleghe dei media, rete compresa, che in concomitanza alla mia elezione il reato di vilipendio della Capa dello Stato sarà modificato in senso retroattivo. Un punto dato a tempo…
Ms. X 2013

Illustre Sorella Maggiore Ms. X,
…ne salva cento. In quanto donna, La ringrazio e La ossequio di cuore.


Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...

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