mercoledì 19 dicembre 2012

Le riviste della settimana: "Éleménts", octobre-décembre 2012, n. 145, pp. 96, Euro 5,95; "Krisis" (Éducation?), n. 38, septembre 2012, pp. 188 Euro 23. 

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Come non acquistare  e soprattutto leggere l’ultimo numero di "Éleménts" ( octobre-décembre 2012, n. 145)? Basta la copertina...  Dove spicca una  giovanissima e sfolgorante Brigitte Bardot...   La cui  fresca e sinuosa bellezza incendiò gli anni Cinquanta e Sessanta nell'’ Europa desiderosa di dimenticare la guerra.  Oggi della Bardot, invecchiata malissimo, si parla poco e male. E solo per criticare le sue scelte politiche. L' intrigante immagine della  ex star, sorta di  concentrato dell'eterno femminino,  fa da traino a un interessantissimo dossier sul femminismo (Ceci n’est plus une femme. Les Théorie du genre contre le sexe, pp. 63-93). Come sempre è Alain de Benoist (Robert de Herte) a sciabolare la linea. E in che modo? Collegando il   femminismo, quale volontà delle donne, non sempre consapevole,  di  identificarsi nell’ altro da sé (l'uomo),  a una più ampia patologia sociale,  già  intuita da Tocqueville.  Quale?  « “L' omogeneizzazione e il  livellamento delle culture, l’abolizione finale della diversità”.[Cosicchè], conclude il pensatore francese,  il mescolare tutto e tutti sembra  oggi essere la forma terminale dell’ indistinzione».
La conoscenza è virtù? O meglio l’educazione conduce alla virtù? Questo sembra essere il quesito cui cerca di rispondere l’ultimo fascicolo di "Krisis" (Éducation?  ), n. 38, septembre 2012. A leggere la maggior parte degli interventi si scopre che l’educazione, così come oggi è concepita, è essenzialmente istruzione, cioè non riguarda la formazione integrale della persona ma la sua funzionalità a questa o quella professione o mestiere. Quindi non è conoscenza né virtù. Insomma, ci troviamo davanti a un’autentica tragedia culturale. Si vedano in particolare, tra gli altri, gli articoli di Fabrice Valclériuex (L’èducation: concept, évolution, finalité), Emma Demeester ( L’éducation dans la Grèce antique), Tanguy L’Aminot (Rousseau et l’éducation subversive), Michel Ostenc ( Giovanni Gentile et l’éducation en Italie pendant le fascisme), Alain Kimmel (Théoriciens et praticiens de pédagogies alternatives).

Desideriamo infine segnalare la pubblicazione di un libro fondamentale per ricostruire il pensiero debenoistiano, di cui,  si spera,  ci occuperemo in altra occasione: Alain de Benoist, Mémoire vive. Entretien avec François Bousquet, Editions de Fallois 2012 ( http://www.decitre.fr/livres/memoire-vive-9782877067935.html ).

Carlo Gambescia

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