mercoledì 14 novembre 2012

Dissesto idrogeologico?   
Largo ai giovani... 



La questione del dissesto idrogeologico italiano, di cui già  si parlava  nelle cronache medievali, potrebbe finalmente essere l’ occasione giusta per favorire la crescita dell’occupazione e così giovare, in un momento di crisi, all’economia. Come? Perché  non creare un corpo addetto esclusivamente all'infoltimento boschivo? In questo modo, si alleggerirebbe il lavoro della Guardia Forestale, già molto impegnata, e di riflesso quello della Protezione Civile, costretta, stagionalmente, a soccorrere le popolazioni alluvionate. Il Corpo per la Lotta al Dissesto Idrogeologico (CLDI) potrebbe essere finanziato da un’ imposta annua ad hoc:  gli italiani, si sa, amano la natura e sarebbero perciò  disposti a qualsiasi sacrificio. Inoltre, l’introduzione di una nuova tassa sarebbe ben vista da Monti e dalla Merkel. Il CLDI, proprio per onorare quel decentramento politico e amministrativo che funziona così bene in Italia,  potrebbe essere gestito da società miste pubblico-privato, su base regionale o comunale; formula collaudata che, notoriamente,  favorisce l’onestà degli amministratori. Infine i giovani,  così  desiderosi di trovare un posto di lavoro fisso, accorrerebbero in massa.  Ovviamente, per la gioia della Caritas, dei sindacati,  di Napolitano e  di Gianfranco Fini,  potrebbero concorrere all'assunzione, se maggiorenni,  anche i figli degli immigrati (clandestini)  nati in Italia.   Certo, sarebbe lavoro fisico, lavoro duro -  "con la  zappa",  come dicevano i nonni -   ma all’aria aperta e a  contatto con la natura. Del resto, si sa,  i giovani italiani non amano restare ore e ore davanti a  tv e  pc...   Perciò sarebbero ben lieti di vivere nei boschi.

Buona giornata a tutti.

Carlo Gambescia

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