mercoledì 12 settembre 2012

Le politiche del 2013 e l'Europa 


In primavera si voterà. E, infatti, già sono iniziate le grandi manovre: Renzi contro Bersani, Vendola contro Casini,  Casini contro se stesso, Alfano contro La Russa, Maroni contro Bossi, Di Pietro e Grillo contro tutti. Il quadro politico è disastroso. A questo punto il problema sembra essere non tanto quello di chi vincerà quanto se il vincitore riuscirà a governare…
In Europa, a parte la Grecia (altro esempio di patologica autodistruttività), solo l’Italia si è affidata, per quanto ne sappiamo, a un governo tecnico, o presunto tale, altrove ci si è fisiologicamente divisi, si è votato, e la parte che ha vinto (come in Spagna e  Francia) sta governando. Negli Stati Uniti, altro esempio, a novembre si sceglierà il nuovo Presidente,  e sulla base di due schieramenti precisi, puntando su proposte politiche totalmente differenti, e  su tutti i temi,  dal fisco all’aborto. Solo qui in Italia tutti i partiti sembrano parlare la stessa confusa lingua del qualunquismo politico.
Certo, in Europa, c’è un problema in più: quello dettato dalla necessità di proposte politiche compatibili con la permanenza dell’Italia nella Ue.  Dal momento che,  in un mondo di blocchi geopolitici, l'unica  realistica base di ragionamento ( piaccia o meno la Signora Merkel), per tutti i partiti italiani ed europei, non può non essere quella dell’unità come imprescindibile quadro di fondo. Qualcuno si è chiesto  perché, per fare una politica economica europea (certo, lacrime e sangue, ma senza uso di armi  atomiche...),   sia stato chiamato al potere un tecnico? Presto  detto:  per la manifesta incapacità dei partiti politici italiani di comprendere l’ importanza di fare parte di un comune blocco europeo. Certo,  per ora geo-economico, ma destinato in futuro, per forza di cose, a trasformarsi in geo-politico.
Perciò, delle due l’una:  o i partiti italiani (tutti)  prendono atto, e non solo a parole, della necessità di un’opzione europea (come strada senza ritorno), « modulando »  idee e  programmi , pur necessariamente come accennato differenti,  sulla comune volontà di restare in Europa, oppure dopo le elezioni,  a fare il lavoro «sporco»,  sarà  nuovamente chiamato  il professor Monti.

 Carlo Gambescia 

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