martedì 29 maggio 2012


 Oggi pubblichiamo la  "provocazione"  di Carlo Pompei (*), augurandogli però di non subire la stessa  sorte di Orfeo:  ucciso in modo orribile dalle Baccanti, offese dal suo rifiuto. E per una semplice ragione: la frenesia, non sempre estatica, delle Menadi moderne,  spesso poco sex ma molto  city,  criticate da Pompei,  può non conoscere limiti.  Di qui,  il rischio che possano piovere femminili cazzotti. Comunque sia,   buona lettura. Ovviamente, dopo aver indossato  il regolamentare caschetto protettivo, usato dai pugili non professionisti,  perché l'antifemminismo e il femminismo (due  forme di eccesso uguali e contrarie), sono "professioni" (di fede) pericolose. Considerato anche  quel che accadde al povero Orfeo che di donna ne  volle amare, e ostinatamente,  una sola. (C.G.)



Come vivere, o forse sopravvivere,  nella sempiterna guerra dei sessi
Siamo tutti eroi
di Carlo Pompei



L’ultimo secolo ha visto lo svolgersi di rivoluzioni industriali, civili e politiche. Tutte hanno avuto un denominatore comune: lo status sociale e per questo motivo sono strettamente interconnesse. Qui, però, non vogliamo parlare di “massimi sistemi”, ma di “micro-sistemi”, come ad esempio la Famiglia, mattone fondamentale per la costituzione della società volta a riprodursi, prima ancora che a produrre. Analizzando i comportamenti delle persone travolte dalle rivoluzioni predette, azzardiamo un’ipotesi che, purtroppo, trova riscontro nel modo di vivere (o di sopravvivere) oggi.
Per un uomo  è assolutamente normale uscire di casa per recarsi al lavoro; per una donna la stessa cosa diviene un atto “eroico”, oggi tristemente necessario per aiutare nel bilancio familiare.
Per una femmina è (era?) normale accudire la casa e la famiglia; per un maschio era (ed è) “eroico” cucinare e lavare i piatti una volta all’anno.
Tutto questo ha portato a sovvertire equilibri che duravano da secoli e ha svilito la figura dell’uomo classicamente intesa; inoltre ha fatto divenire la donna una specie di virago con inclinazione a comportamenti da mantide religiosa. Anche per questo motivo, probabilmente, i suicidi sono molto più diffusi tra gli uomini. Sembra un ragionamento sessista volto a recludere la donna tra le mura domestiche, ma non è così: la donna vuole trovare una situazione di tranquillità casalinga, dove diventare madre e nonna, ma al tempo stesso, stando a quanto recita una sorta di detto popolare, “Una moglie cercherà fuori quel che non trova in casa”. Sintetizzando: un uomo pensa che “si fa quel che si può” fare e ciò è limitante, ma prudente; una donna pensa che “si fa quel che si deve” fare in funzione di convincimenti non sempre condivisibili. Infatti non entriamo in quelle che si definiscono priorità dell’uno o dell’altra, poiché ci perderemmo nelle istanze variegate di uomini e donne di tutti i tempi e di tutte le latitudini.
In alcune zone geografiche alle donne non importa che l’uomo abbia relazioni extraconiugali, l’importante è, invece, che torni a casa per portare sostentamento alla famiglia (moglie e figli), mentre il tradimento femminile rappresenta ancora un’onta da lavare e un disonore. Questi sono casi da non prendere a modello, ma forse dovremmo trovare un sano compromesso.
In un film inglese di recente uscita - “Histeria” - folle e al tempo stesso gustosissimo, si affronta il tema dell’isteria femminile, un tempo categorizzata come vera e propria malattia da curare. La “cura” fu individuata nell’invenzione del primo “sex-toys”: uno stimolatore vibrante, volgarmente definito “vibratore”. Prima che vi fosse una diffusione commerciale dell’oggetto, questa pratica veniva svolta all’interno di “studi medici” dedicati e non si trattava di auto-erotismo (ci siamo capiti, no?). È divertente citare una celebre battuta al proposito: «Sono sempre stato ritardato, quando da piccolo si giocava al “dottore”, io facevo l’oculista».
Tornando seri, possiamo affermare che un equilibrio familiare è sicuramente raggiungibile soltanto tra persone responsabili che sappiano gestire la propria relazione e la propria situazione economica, ma per farlo hanno bisogno di una società che permetta loro di godere dei benefici minimi: un lavoro correttamente retribuito e con un orario che consenta la presenza in una casa di proprietà dignitosa (esente da tasse) e un potere di acquisto adeguato sui beni di prima necessità. Non sembra affatto la realtà odierna italiana.
La parità dei sessi è, quindi, una stupidaggine grossolana, se siamo diversi c’è un motivo.
Siamo al paradosso: giunti all’apice della civilizzazione, dovremmo re-imparare dagli animali.

Carlo Pompei


Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.

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