martedì 6 marzo 2012

A proposito di No Tav…
 Erodiani e zeloti



Oggi cannoni ad alzo zero, la spariamo forte:  quando la sociologia finalmente andrà potere - l’antico sogno di Auguste Comte -   probabilmente  la qualità delle nostra vita sarà migliore. Non perfetta, perché la perfezione non è di questo mondo,  ma migliore di quella attuale.
Esageriamo?  Facciamo solo un piccolo esempio: la cosiddetta  “Questione No Tav”.
Dunque se qualcuno, ad esempio un sociologo,  avesse detto al Ministro dell’epoca, quello che prese la decisione (destra, sinistra non è  questo il problema): “Signor Presidente del Consiglio sono popolazioni di montagna: fiere, combattive, rocciose per l’appunto.  Anche ammesso che si riuscisse  a dividerle, magari puntando su qualche vantaggio economico e sull’interessata mediazione degli erodiani locali  ( modernizzatori e universalisti) per usare un termine allo storico Arnold J. Toynbee, andremmo comunque incontro a una resistenza durissima, e indipendentemente dalle procedure democratiche adottate: la democrazia del montanaro,  è assai antica, non si  riconosce in quella rappresentativa, regolata  dal voto di maggioranza,  bensì solo quella fondata sull’unanimità,  secondo l’uso delle antiche tribù celtiche. Meglio  ancora se intorno a un capo guerriero,  considerato  però, dagli altri capi,  come  primus inter pares.  Così il sociologo.
Invece, si è preferito non ascoltare la voce della sociologia e andare avanti,  confidando  nella   logica  della modernità  e della democrazia procedurale e  giustamente anche della discussione.  Logiche che non  sono cattive, ma che spesso non sono condivise da tutti.   Con gli zeloti (tradizionalisti e  localisti), altro termine mutuato dal linguaggio di Toynbee,  soprattutto se montanari  (e a maggior ragione se affiancati dai  fondamentalisti dell’ecologia), difficilmente si fanno accordi.  O si vince, o si perde. Ma per vincere si deve essere disposti ad andare fino in fondo, e da subito. Invece,  i vari governi hanno sempre tentennato.  Di qui disordini, ritardi,  sprechi e un peggioramento complessivo della vita di quelle popolazioni: per i zeloti come per  gli  erodiani.   

Morale (sociologica):  perché impegnarsi senza un vera volontà di vincere, parliamo dei vari Governi,  in una  logorante guerra di posizione?  Perché non  lasciare ai montanari  zeloti  le  loro  montagne… Quando non si  vuole vincere o non si può vincere è meglio  non scendere in guerra.  Scegliendo la neutralità…  l’Italia   avrebbe  sicuramente  fatto  figura migliore. 

Carlo Gambescia

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