lunedì 31 ottobre 2011


RinTron(y)ati...
La "battaglia di Ponte Milvio"


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Nei primi anni Cinquanta del Novecento, Claude Lévi-Strauss, il celebre etnologo, definì il consumismo natalizio, che allora si affacciava nelle vetrine e nelle case europee, come il primo passo verso un gigantesco mutamento culturale e antropologico (nel senso dello stile di vita indotto). Qualcosa di simile ai mutamenti succedutisi nelle culture arcaiche in seguito all'introduzione dell’acciarino a pistone e della piroga a bilanciere... Insomma, per Lévi-Strauss, fatte le debite proporzioni, grazie al culto secolare di Babbo Natale e alla produzione di massa, stava nascendo l’homo consumans.
Perciò, perché meravigliarsi, sessant'anni dopo, di quella che un nostro amico ha definito, scherzosamente, la “battaglia di Ponte Milvio”? Riferendosi, ovviamente, non allo storico scontro tra Costantino e Massenzio, ma alla “guerra pacioccona” ( mica tanto però ), per aggiudicasi un televisore a prezzo stracciato, come prometteva l’astuta campagna pubblicitaria. Una battaglia che ha visto radunarsi, davanti all’ingresso del nuovo centro commerciale Trony (di Ponte Milvio appunto), migliaia di persone a caccia di gadget audiovisivi. Una folla a mala pena contenuta, tra calci, spintoni e vetrine rotte, da vigilantes privati e vigili comunali. Naturalmente, strade bloccate, automobilisti infuriati, eccetera... Incluse le scontate polemiche politiche tra sindaco e oppositori…
Come commentare? Mah… L’homo consumans, se ci si perdona la caduta di stile, se ne frega… L’impulso all’acquisto è difficilmente controllabile: una cosa lo muove, il comprare, e a ciò si attiene, comprando. Tutto qui. Va notato, che tra la folla, spiccavano immigrati di tutte le razze. Perciò la mutazione, intuita da Lévi-Strauss, ora è completa.
Piccola notazione: quando economisti e banchieri inneggiano agli spiriti animali del capitalismo, fanno riferimento a comportamenti tipo l' “inTronato” di Ponte Milvio. Perché, attenzione, nel cacciatore di Ipad a prezzo scontato il comprare si accompagna al rivendere, come nella migliore tradizione capitalista… Leggere per credere: «Ho comprato quattro televisori: uno è per mio cugino, uno per me e gli altri due invece li rivendo così ci guadagno qualcosa e mi ripago il mio». Così un “inTronato”, tutto soddisfatto.
Perciò l’ homo consumans, se ci si passa il latino maccheronico, è anche venditores. Le due cose vanno sempre insieme. Perché? Perché è così. È il capitalismo bellezza…
Del resto come ha risposto alle critiche la direzione della Trony? Scusandosi con la città, anche tangibilmente (perché si promette di pagare gli straordinari dei vigili). Ma con la compiaciuta sottolineatura, «di avere creato 50 nuovi posti di lavoro e rilanciato un punto commerciale che era agonizzante».
Insomma, la Trony, quasi meriterebbe il titolo di benemerita, come l’Arma dei Carabinieri… Dulcis in fundo: anche l’incasso è stato notevole, 2 milioni di euro in poche ore. E vissero così tutti felici e contenti…
E l’automobilista “incazzato”? Come si dice a Roma, ha fatto “du’ fatiche”… Ma poi, siamo così sicuri che nessuno tra quelli di passaggio si sia messo in fila? Magari abbandonando la vettura in mezzo alla strada? Perché con le mutazioni antropologiche non si scherza… Quando nel consumatore scatta il “riflesso” allo shopping compulsivo, non si può fare nulla. Salvo abbatterlo, come si fa con gli elefanti quando improvvisamente caricano…

Carlo Gambescia
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