martedì 18 ottobre 2011

Le stravaganti  tesi  di Luca Doninelli
Madonne profanate 
e cattolici postmoderni


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Ci sono “cattolici” - le virgolette sono d’obbligo - che si fanno del male da soli. Uno di questi è Luca Doninelli . Leggere please, ciò che ha scritto su “il Giornale” di ieri, a proposito delle profanazioni di sabato scorso: «L’immagine della statua distrutta e calpestata ieri a Roma ci rinvia a quelle figurazioni romanzesche, dove la distruzione, prima che nell'atto materiale che la compie, consiste nel fatto che qualunque cosa vale qualunque altra cosa: un'automobile, una sigaretta, una statua di Maria, un computer. C’è stato, sicuramente, anche un calcolo nel gesto di Roma, un piccolo progetto stupido, la volontà di “andare oltre”, forse addirittura un filo della vecchia ideologia che vede nell'eliminazione delle religioni dal mondo una specie di liberazione dell'umano» ( http://www.ilgiornale.it/interni/cade_lultimo_tabu_la_madonna_distrutta_e_unoffesa_alluomo/17-10-2011/articolo-id=552060-page=0-comments=1 ).

Ma quale filo! Come tanti altri cattolici postmoderni ( a destra e sinistra), quelli che devono stupire per contratto coniugando Foucault, Testori e Agostino, Doninelli oppone alle più sode certezze ideologiche, legate alla natura anarcoide delle profanazioni di sabato ( o come dicono i questurini “anarco-insurrezionaliste”), incerte epistemologie, fatte di figurazioni bislacche, che rinviano a un immaginario nichilismo post-moderno segnato da non-luoghi ideologici, pseudo-deserti dove il black bloc distruggerebbe automobili e Madonne solo per il gusto distruggere. Compri tre, paghi due...
Troppo comodo. In Spagna nel 1936 gli anarchici ne fecero di cotte e di crude. E solo perché - ecco il punto - credevano in un mondo migliore, da imporre però con la violenza (certo, non minore di quella praticata dagli avversari fascisti), distruggendo chiese e uccidendo a migliaia sacerdoti e suore…
La matrice è quella, non è mai cambiata. E rinvia al nichilismo anarchico del “Né Dio Né Padrone” ("Plus de Dieu, Plus de Maître") . Il resto è fuffa postmoderna, dispensata da Doninelli, e con larghezza. Infatti, dove va a parare? « La mia impressione - scrive - , però, è che l'insulto di ieri non sia l'espressione di questo tipo di atteggiamento. Il contesto in cui si colloca quel fatto - non la manifestazione in sé, ma la grave crisi non solo economica ma culturale e antropologica che attraversa il mondo - lo pone a un diverso livello di gravità. Questa non è più una bestemmia cristiana: semplicemente, non è più niente, e in questo niente sta il vero orrore della cosa.Il simbolismo mariano travalica il cristianesimo. Maria è amata da musulmani e buddisti: io ho visto con i miei occhi l'immagine di Maria in case islamiche, uomini completamente atei, colpiti da un grave dolore, rivolgersi in preghiera a Lei. Maria rappresenta un destino di tenerezza che ogni uomo, credente o meno, desidera per sé, nel profondo di sé».
Bel presepio relativista, complimenti. Ma perché non chiedere al musulmano e al buddista cosa ne pensano, tutti e due, di Medjugorje, ad esempio? Per non parlare dei protestanti… La tenerezza è una cosa, Maria Vergine, e sottolineiamo Vergine, un’altra. A meno che, come Doninelli, non si desideri sguazzare nella caramellosa palude del sentimentalismo postmoderno.
Eventualmente, un vero elemento di riflessione, può essere rappresentato dal fatto che oggi dall’ateismo scientifico e organizzato dei marxisti ( tipo Museo dell’Ateismo, come nella Russia e nell’Albania comuniste), si sta tornando indietro, a quello bestiale e disorganizzato, degli anarchici… Perché questa ciclicità? Forse perché non esistono più i grandi partiti comunisti, e neppure, per reazione, quelli socialdemocratici di un tempo. E quindi si torna indietro all’anarchismo pre-marxiano, quale deriva dell’attuale società globalizzata, dove i padroni sono tornati a fare i padroni.

Carlo Gambescia

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