mercoledì 23 febbraio 2011

Oggi pubblichiamo il post del giovane amico Giacomo Gabellini. Si tratta di una rilettura de La Quarta Guerra Mondiale di Costanzo Preve. Libro, a nostro avviso, sicuramente interessante ma di taglio geofilosofico piuttosto che geopolitico, nonché influenzato da quella visione idealistica e idealizzante (in senso filosofico e morale) della concezione marxiana, così spesso rimproverata a Preve. Di qui il consiglio di integrarlo con altre letture più sobrie e strutturate, due in particolare: Gianfranco La Grassa, Finanza e poteri (Manifestolibri), ottimo vademecum per ogni buon realista post-althusseriano; Angelo Panebianco, Guerrieri democratici (il Mulino), eccellente ritorno a un realismo liberale più attento alle costanti del politico che alle presunte "regole" del mercato.
Buona lettura. (C.G.)


Riletture 
"La Quarta Guerra Mondiale"
di Giacomo Gabellini

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Se c'è un merito indubbio, tra i tanti, da riconoscere al professor Claudio Mutti, è quello di aver scelto di inserire tra le pubblicazioni della piccole ma agguerrite Edizioni all'insegna del Veltro ( http://www.insegnadelveltro.it/ ) molti saggi particolarmente eterodossi rispetto allo stagnante Zeitgeist contemporaneo.
Tra i tanti testi di indubbio valore, spicca senz'altro il saggio firmato dal prolifico e istrionico filosofo torinese Costanzo Preve (nella foto) , intitolato "La quarta guerra mondiale" Costanzo Preve, (La Quarta Guerra Mondiale”, Edizioni all’insegna del Veltro” 2008, pp. 192 ). Pensatore di formazione marxista, Preve si è sempre considerato un filosofo "divergente" rispetto all'ortodossia interpretativa che ha contribuito a fare delle idee del grande ebreo trevirese un vero è proprio oggetto di culto. In ogni caso, l'impostazione di carattere marxista propria a Preve si evince già dalle prime righe della prefazione, in cui egli ammette il proprio rammarico nel prendere atto del "revisionismo" postumo operato da molti intellettuali (Toni Negri e Marco Revelli in primis) provenienti dalla sua stessa area culturale, che hanno immolato tutti i propri ideali "di gioventù" sull'altare del "politicamente corretto" per condannare senza appello il Ventesimo Secolo, liquidato come vero e proprio "secolo delle ideologie assassine". Preve respinge questa lettura oltranzista e conformista offrendo una propria, originale riconsiderazione degli eventi.
Ma qual è la data di inizio della Quarta Guerra Mondiale? Il 1991, quando la ristrutturazione economica gorbacioviana meglio nota come “perestroijka”, improntata alla “glasnost” (trasparenza), assestò il colpo definitivo alle casse sovietiche e innescò un repentino effetto domino di conseguenze sempre più disastrose che culminarono, per l’appunto, con la disgregazione dell’Unione Sovietica è l’instaurazione di un assetto unipolare del mondo, con gli Stati Uniti al comando. In quello specifico frangente storico va collocato, secondo Preve, l’inizio della Quarta Guerra Mondiale, un conflitto quasi esclusivamente combattuto sul terreno della cultura. Autori di puro stampo reazionario colsero l’occasione per proclamare una non meglio precisata “fine della storia” (Francis Fukuyama), che avrebbe sancito il trionfo della democrazia anche negli angoli più remoti del pianeta, mentre altri (Samuel Huntington) preferirono andarci coi piedi di piombo e richiamarsi a un fantomatico “scontro di civiltà” che avrebbe visto la cultura confuciana e quella islamica opporsi frontalmente a quella “occidentale”. All’epoca la Russia era tenuta in pugno dall’ubriacone Boris El’cin che diede il via a una serie di privatizzazioni in ambito economico che rimpinguarono enormemente il portafogli di uno sparuto manipolo di “oligarchi” (Mikhail Khodorkhovskij, Roman Abramovich, Boris Berezovskij ecc.) ben assistiti da governi e poteri forti occidentali, a spese di una popolazione ridotta alla fame. In questa congiuntura si inserì un personaggio di nome Vladimir Putin, cui Preve riconosce enormi meriti, non ultimo dei quali quello di aver riportato la Russia nel novero delle principali potenze mondiali. Il circo mediatico occidentale si è invece scagliato contro Putin e contro tutti gli uomini politici dei paesi più disparati, accomunati dalla volontà di restituire alle proprie patrie un accettabile grado di sovranità. Preve non manca di smascherare l’ipocrita atteggiamento tenuto da quelli che definisce “intellettuali vaselina”, ovvero personaggi appartenenti alla risma sopra descritta, impegnati, con la loro costante opera di mistificazione (anche grazie alla visibilità che il circuito mediatico garantisce loro) a tempo pieno a inculcare il Verbo del Nuovo Ordine Mondiale nelle menti di milioni di persone.
Come si vede, ipocrisia e moderazione non trovano quartiere nell’incedere previano. Comunque, tirando un po’ le conclusioni, è possibile affermare che La Quarta Guerra Mondiale è un libro partigiano, scritto da un intellettuale che non nasconde il proprio background culturale e che non rinnega la propria giovanile fede comunista, ma che avverte l’urgenza di utilizzare gli strumenti indicati da Marx e da alcuni suoi interpreti (Lenin su tutti), per comprendere la complessa realtà che abbiamo sotto gli occhi. Una bella sfida.
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Giacomo Gabellini
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Giacomo Gabellini si interessa di filosofia, storia, politica e geopolitica. Autore di numerosi articoli che toccano i temi indicati per il blog Conflitti & Strategie (www.conlittiestrategie.splinder.com), con il quale collabora attualmente.
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