martedì 20 luglio 2010

Nichi Vendola come Gabriele D’Annunzio?


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Nichi Vendola è un mistero antropologico. Ci fa o c’è?

Narciso (si dia un'occhiata al suo sito...), colto scrittore e istintivo poeta, "Nichi" è un uomo politico che quando parla affabula e spiazza, un po' meno quando governa. In Puglia avrebbe potuto scegliere ( o non farsi imporre) migliori compagni di cordata
Ma torniamo alla nostra domanda: Vendola crede in quel che dice o fa finta? Il modo in cui ha "sciabolato" la sua candidatura alla guida del centrosinistra, bruciando sul tempo gli avversari, è da manuale. “Tecnicamente” si è mosso seguendo le regole, per dirla con Carl Schmitt, della migliore politesse. Ora "Nichi" c’è. Bersani, Franceschini & compagnia cantante sono avvisati.
Al tempo stesso, il Governatore della Puglia ha dichiarato, surfando sull'onda del successo dei baresi “stati generali delle fabbriche", dove appunto si è candidato:
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Io non sono il generale di questa armata. Sono solo un curioso. Per il momento, penso che sia importante accumulare questa esperienza e diffondere luoghi sociali che mettono insieme la contestazione della cattiva politica di destra, di centro e anche di sinistra con buone pratiche. Ricostruendo un’idea di bellezza un po’ più elevata e un po’ meno legata alla processione delle veline. La bellezza dell'incontro, della sfida culturale, della conoscenza”.
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Precisando, da sciamano vivente del verso libero, la grande importanza
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“ di connettere la materia della vita produttiva all’anima della vita civile. Connettere la battaglia su quei diritti sociali che rischiano di essere stritolati anche con l’alibi della crisi, connetterli con quei diritti civili che sono compressi a causa di una politica malata di ipocrisia e vigliaccheria. Oggi noi diciamo che viviamo una deriva sudamericana, ma alludiamo a un Sud America che non esiste più. Perché lì, oggi, le grandi nazioni si sono civilizzate, vanno verso obiettivi di modernità, di progresso, di liberazione umana e noi siamo diventati la parte più vecchia e più conservatrice del mondo. E abbiamo un leader che è l’incarnazione della tenebra: uno dei più vecchi culturalmente del mondo. Persino tragico nel suo tramonto".

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Che dire? Parole che appartengono più a un intellettuale-esteta “della Magna Grecia”, che a un politico di professione… Per ritrovare un approccio del genere - certo, dai contenuti "politici" differenti - si deve risalire a Gabriele D’Annunzio…
Qual è allora il vero Vendola? Quello che abilmente brucia sul tempo le star e starlette del centrosinistra, o quello che intende la politica, sulle orme del "Vate", come ricerca della bellezza?
Ora, ammesso pure che il Governatore della Puglia faccia sul serio, va ricordato che D’Annunzio, alla fine fu emarginato. Nel lusso, ma emarginato.
La poesia quando si scontra con la politica è destinata a perdere. E per quale ragione? Perché, come ricorda, il grande Jean Cocteau, “la massa può amare un poeta solo per un malinteso” .

Carlo Gambescia

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