martedì 16 marzo 2010

Todos liberali, pure gli ex aennini?



In realtà la questione del “liberalismo” a destra, affrontata ieri, è molto più importante dei guai giudiziari di Berlusconi e di tutto quel che anima ogni giorno il pollaio della politica italiana. E perciò non riguarda solo , come qualcuno potrebbe pensare, noiose beghe interne alla destra intellettuale post-missina…
Perché, per dirla brutalmente, Berlusconi passa, la questione della necessità di una destra conservatrice e liberale di massa resta. Questione che, allo stato attuale delle cose, non è assolutamente presa in considerazione da Fini e dai suoi cervelli, tesi più che altro a prendere il mano il boccino del potere dentro il Pdl o contro il Pdl… Così tanto per sfasciare tutto, e far nascere il megapartito del destra-centro-sinistra. E, infatti ieri, con la complicità di quel fine letterato e politico di Italo Bocchino, è partita la finiana “Generazione Italia”…
Mentre un vero bipolarismo potrebbe difenderci da operazioni del genere.
Ovviamente, quelli del “tanto peggio tanto meglio”, di cui la Rete è piena, penseranno: “ A Gambe' ma che ci frega del bipolarismo, del liberalismo, del destra e sinistra, tanto qui crolla tutto”. Sì, ma bisogna vedere, come, quando e perché… Ma siete proprio sicuri, cari imbecilli in preda ad agitazione psicopolitico-motoria, che con un colonnello decrescista al potere, le cose “dopo” andranno meglio? Mah…
Purtroppo la crisi italiana nasce da un deficit di liberalismo e riformismo: liberalismo a destra e riformismo a sinistra. Se un Berlusconi travalica, e sinistra e magistrati fanno peggio, è perché la cultura liberale del rispetto delle regole, delle minoranze e dell’avversario in Italia non è mai esistita. Né ci si è mai sforzati di promuoverla, neppure dopo la "caduta" della Prima Repubblica. Un solo piccolo esempio, le intercettazioni a singhiozzo sui giornali, vengono usate a destra e sinistra, secondo convenienza politica. Oggi è sotto schiaffo Berlusconi. Domani chissà, chiedete a Feltri e Belpietro...
Perciò, per tornare al punto, una destra come quella di Fini, che gioca a presentarsi liberale, senza aver letto neppure una riga de “Il Mondo” di Pannunzio, non è cosa intellettualmente seria. Ma lo è politicamente, purtroppo. Ma vi siete chiesti perché i nipotini incravattati e ripuliti di gente che nel Ventennio sputava sul “giolittismo”, e nel dopoguerra sul "degasperismo", oggi vogliono addirittura presentarsi come eredi del liberalismo pannunziano? Per qualche strapuntino in più. E il "Corriere", "Repubblica" e "Stampa, lì a leccare loro il culo. Perché Fini, ora, fa comodo, contro l'ingombrante Berlusconi... Dopo si vedrà. 
E poi dice che uno s’incazza.


Carlo Gambescia

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