martedì 5 gennaio 2010

Inflazione allo 08%...
Spendi, spandi effendi?  Magari...


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Come volevasi dimostrare (si veda il post di ieri)… Le diverse posizioni, subito emerse, intorno al dato dell’inflazione allo 0,8% nel 2009, provano quanto sia difficile ragionare politicamente, non solo sui dati previsionali, ma perfino su quelli effettivi. Critici: opposizione, sindacati e rappresentati dei consumatori; Soddisfatti: Governo e dintorni. Per le reazioni si veda qui: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2010/01/04/visualizza_new.html_1650915633.html .

Ora, di professione non siamo economisti, ma per quel poco che ne sappiamo, un tasso di inflazione a due cifre, soprattutto assieme a un calo produttivo (la famigerata stag-flazione degli anni Settanta del Novecento, solo per fare une esempio) è malvisto da tutti: economisti, governo, opposizioni, sindacati e consumatori. Mentre una moderata inflazione a una cifra, possibilmente sotto il 4/5 %, con forti incrementi produttivi e conti pubblici “quasi” in ordine (soprattutto per la spesa corrente e non in conto capitale), non è malvista dagli stessi “attori” di cui sopra. Esclusi gli economisti di scuola neoliberista, in particolare i monetaristi, che temono l’inflazione più del cancro…
Detto questo, che cosa significa realmente un tasso di inflazione non così basso da almeno cinquant’anni?
Innanzitutto, dal punto di vista economico che si consuma di meno, e che dunque i salari sono bassi, e che i livelli produttivi, sono ancora di là dal risalire. E che quindi, anche i profitti, quelli onesti, latitano. Ma pure che i possessori di rendite (a cominciare dai proprietari di beni immobiliari, post-prima casa ) benché non se la passino proprio male, restano alla finestra a guardare: non consumano.
Morale della favola: la ripresa, nonostante l’ottimismo tremontiano e berlusconiano è lontana. Consumatori e lavoratori, temono che il peggio debba ancora venire, come mostrano alcuni sondaggi. E per quello che “possono”, dal momento che vivono in un clima di insicurezza sociale, ammassano riserve… E non consumano. Cosicché, semplificando, inflazione bassa.
Parliamo perciò di un dato più sociologico che economico: la fiducia è un dato pre-economico. Gli ammortizzatori sociali da soli non bastono. Va (ri)creato un clima di "fiduciose certezze" intorno al futuro delle pensioni e dei contratti di lavoro (soprattutto sul versante legislativo) . Tanto per cominciare.
I diritti sociali sono i principali veicoli del consenso politico al "sistema": le mance ai lavoratori non bastano. Qualcuno lo spieghi a Tremonti. Ma anche a quelli dell’opposizione.


Carlo Gambescia 

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