lunedì 22 giugno 2009

Se cade Berlusconi… 
La ricetta di Eugenio Scalfari si chiama Gianfranco Fini


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Se cade Berlusconi, suggeriamo agli amici lettori di non farsi troppo illusioni. Perché il “programmino” è già stato fissato ieri da Eugenio Scalfari su Repubblica ( http://www.repubblica.it/2009/03/sezioni/politica/scalfari-editoriali/editoriale-21-giugno/editoriale-21-giugno.html ).
Per così dire, il piatto per gli italiani affamati di moralità, libertà, giustizia e tanto Di Pietro, è già bello e pronto. Ma nasconde la solita polpetta avvelenata: questa volta nella veste di Gianfranco Fini, il genero che tutte le mamme italiane sognano...

Ma lasciamo la parola a Scalfari:
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E’legittimo tuttavia porsi il problema d'uno sbocco politico che tenga conto delle norme e delle consuetudini che regolano il sistema e sul rispetto delle quali vigila il presidente della Repubblica. In caso di dimissioni del premier, anche se accompagnate dalla sua richiesta di scioglimento delle Camere, spetta al capo dello Stato di esaminare la possibilità che la maggioranza esistente esprima un altro premier o che si possa formare in Parlamento un'altra maggioranza. Solo nel caso che entrambe le possibilità si rivelino impraticabili il capo dello Stato procede allo scioglimento. In tal caso è possibile che il Quirinale designi una figura istituzionale che conduca il paese alle urne.
Nel caso specifico la figura istituzionale si può ravvisare nel presidente della Camera, che assomma in sé un duplice requisito: è la terza carica dello Stato ed è anche il co-fondatore, insieme a Berlusconi, del partito di maggioranza relativa. Può dunque essere incaricato di portare il paese al voto immediato o anche di portarcelo dopo avere adempiuto ad altre gravissime emergenze connesse con la crisi recessiva che non consente pausa nella gestione della politica economica”.
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Altro che scioglimento delle Camere… Scalfari promuove sul campo Fini, a successore di Berlusconi, ma a una condizione: il “ragazzo” deve prima far fuori il Cavaliere. Quanto alle elezioni, sì, ma solo “dopo aver adempiuto ad altre gravissime emergenze”.
Tradotto: si voterà solo quando, si sarà sicuri di aver messo politicamente a nanna Berlusconi, grazie magari a un’alleanza alla tedesca, tra pezzi di un Pdl “finizzato” e di un Pd “rutellizzato”, con la benedizione dell’Udc di Casini.
Altro che rivoluzione morale e politica... Qui si prepara, se ci si passa la grave caduta di stile (ma quasi dovuta quando si parla di certi personaggi...) , la solita “pippa antica” al servizio dei potenti di sempre. Certo, Fini, Rutelli e Casini sono tre personaggi affidabili. Ma solo dal punto di vista dei poteri forti, a partire dalla Banca d’Italia…
Ma perché Scalfari parla tanto dell’importanza istituzionale della “ Terza Carica dello Stato”? Quando un ruolo del genere può essere assolto anche dalla “Seconda Carica dello Stato”? Che stando all’articolo 88 della Costituzione è convocato, al pari del Presidente della Camera dei deputati, dal Presidente della Repubblica prima di sciogliere il Parlamento o anche una sola di esse ?
Perché il Presidente del Senato si chiama Schifani. E potrebbe - il condizionale è d’obbligo - essere ancora fedele a Berlusconi.

Mentre a Scalfari (e ai poteri da cui dipende) occorre uno che sia nato in livrea.

Carlo Gambescia

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