martedì 9 giugno 2009

Legge sulle intercettazioni
Ricomincia la telenovelas



Prima che la questione sollevata da Berlusconi sulla necessità di limitare solo ad alcuni reati l'uso delle intercettazioni telefoniche, si trasformi, come di regola, nel solito polverone italiano cerchiamo di fissare alcuni punti fermi.
Primo punto. Il Cavaliere, come al solito, “rema” per se stesso e pochi altri suoi sodali. Ad esempio cercare di tener fuori dalle intercettazioni le indagini sui reati di corruzione, significa soltanto dare una bella mano a certa Italia dei furbetti.
Secondo punto. La sinistra non può però usare la questione delle intercettazioni come un clava contro il governo di destra. Soprattutto perché il problema dell’uso strumentale di tali mezzi investigativi, riguarda il "prodotto (giornalistico) finale": le famigerate paginate ad hoc. Finora usate dai giornali per “intortare” gli avversari politici di chi paga il borderò: a destra come a sinistra… Ma non solo: fino ad oggi la pubblicazione a pioggia delle intercettazioni, si è spesso risolta nell'attacco all'onorabilità di persone estranee alle indagini. Il che, per usare un parolone, non è bello sotto l'aspetto etico-politico.
Terzo punto. Se, come abbiamo appena osservato, l’anello debole della catena è quello giudiziario-giornalistico, si dovrebbe intervenire, aumentando le pene, già previste, (ma non vietando le intercettazioni alla fonte, come vorrebbe il Cavaliere), per i giornalisti che le pubblicano, e soprattutto per le cosiddette “talpe”, interne all’ordinamento giudiziario, che forniscono sottobanco le intercettazioni ai giornali.
Quarto punto. Si critica, e giustamente, la cosiddetta “società della sorveglianza”. Inutile aggiungere che anche le intercettazioni telefoniche possono essere incluse tra gli strumenti di controllo a distanza. Si sostiene addirittura che due italiani su tre siano regolarmente intercettati… E’ probabile che si tratti di una esagerazione. Ma comunque sia, sarebbe necessario, come si dice, aprire un pacato dibattito giuridico e politico sulla questione. E purtroppo il governo Berlusconi, per le ragioni che tutti sappiamo, è il meno adatto al compito. Ecco un’altra contraddizione (per alcuni anomalia) italiana.


Sulla quale riflettere.
Carlo Gambescia 

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