mercoledì 18 marzo 2009

Corsi e ricorsi
Il Pdl, An e il manganello degli interessi



Tra dieci giorni An, già Movimento Sociale Italiano, verrà assorbita da Forza Italia, perché di questo si tratta, e non di fusione.
Nascerà finalmente quel partito conservatore che l’Italia non ha mai conosciuto, a far tempo dal 1861? E se sì, su quali valori? Dio, Patria e Famiglia? L’economia di mercato? La dottrina sociale della Chiesa? Probabilmente, nascerà un partito "simil-conservatore", più vicino alla Democrazia Cristiana dorotea, le cui linee ideologiche saranno però dettate da Berlusconi, almeno fin quando età e salute glielo consentiranno.
Il che significa che parlare di ideali è fuorviante, perché Berlusconi, da buon imprenditore, ha imposto e creduto, fin dall'inizio, nel pragmatismo degli interessi: principalmente i suoi. L’unica vera campagna ideologica di Forza Italia è stata quella condotta contro i giudici. Perché “nemici” personali del Cavaliere.
Tuttavia, questo pragmatismo di fondo, consentirà ad An per un verso di continuare a crogiolarsi nel gioco quotidiano degli interessi, che di regola non hanno colore ideale. E al tempo stesso di gestire la fetta di potere, "strappata" a Forza Italia. Anche per rafforzarsi sul piano dei rapporti politici. In vista della crisi che sicuramente investirà il Pdl, quando Berlusconi dovrà ritirarsi dalla politica attiva per ragioni di età.
Sotto questo aspetto, An, come futura corrente minoritaria di "Forza Italia-Partito della Libertà" continuerà a tollerare al suo interno la vecchia cultura missina criptofascista, autoritaria ed eclettica di stampo micheliniano (da Arturo Michelini, segretario del Msi negli anni Cinquanta e Sessanta) pronta ad ispirarsi al fascismo-regime piuttosto che al fascismo-movimento del Diciannove e della Repubblica Sociale, sedimentatasi in quarant’anni di lontananza dal potere (1945-1994), magari oggi ammodernata in chiave “maggioritaria”, ma sempre e solo, affascinata dal potere per il potere. E perciò dalla possibilità (ormai divenuta certezza) di poter partecipare, a livello di quadri dirigenti nazionali e locali, alla spartizione del potere governativo con la corrente maggioritaria del Pdl, ossia Forza Italia.
In questo progetto An è aiutata dalla natura post-ideologica della politica contemporanea, che riducendo qualsiasi questione a calcolati giochi di interessi, ignora i valori. Di qui quella genericità di programmi sotto l’aspetto ideale, che è invece presentata da tutti i partiti, a cominciare dai vertici di An, come esercizio di concretezza e responsabilità. Un' assenza che viene mascherata con quel dolciastro buonismo post-ideologico, che oggi pare distinguere tutte le forze politiche. Frutto di una tacita convenzione che sembra innervare il potere democratico in età post-ideologica. Quale? Quella condensata nell'antica formula "pugno di ferro in guanto di velluto".
Pertanto la vecchia cultura missina, autoritaria ed eclettica, continuerà a sopravvivere all’interno di An, quale corrente del Pdl. Pronta a riemergere in caso di crisi. E a sostituire, come si diceva un tempo, al doppiopetto, attenzione non il manganello mussoliniano, ma peggio: il manganello degli interessi puri e semplici. La conservazione del potere in quanto tale.
In questo senso, e concludiamo, l’attuale An, riflette una linea ideologica, che si ispira, anche se sotto due buone mani di vernice democratica, al fascismo-regime, che va da Michelini a Democrazia Nazionale (uscita in direzione della Dc nella seconda metà degli anni Settanta) e non come si vorrebbe far credere la linea Almirante. Nel primo caso si aspirava alla conservazione più retriva, nel secondo alla "rivoluzione fascista". Benché entrambe le anime non disdegnassero l'uso del rassicurante doppiopetto.

Ma Almirante era un uomo generoso, che privilegiava il fascismo-movimento. E, come mostrano i suoi venti anni di opposizione interna, non amava (o comunque non perseguiva) il potere per il potere come, per contro, Michelini. O se lo amava, Almirante lo amava molto meno dei suoi presunti eredi di oggi.
Almirante però il manganello mussoliniano, e quindi non quello degli interessi, lo avrebbe usato sul serio. E questo va detto, con buona pace dei "libertari immaginari " aennini, pardon pidiellini, di oggi.
Carlo Gambescia 

Nessun commento:

Posta un commento