giovedì 19 marzo 2009

A proposito di futurismo...




La rivista della settimana: "Rosso + Nero", numero speciale-catalogo della mostra sul futurismo al MIAAO di Torino 20-2-2009/5-4-2009, “Afterville”, anno 2, numero 1, 20 febbraio 2009.

Avviso ai naviganti nell'agitato oceano futurista delle celebrazioni in corso: non perdete l’ultimo numero di “Afterville” (anno 2, numero 1, 20 febbraio 2009 ) , intitolato “Rosso + Nero” e dedicato al Futurismo come fenomeno transpolitico , capace di raccogliere, in quei bollenti anni Dieci del Novecento consensi a destra come a sinistra.
In breve, l’antefatto: in occasione della mostra "ROSSO+NERO Futurismo: per un centenario incendiario" a cura di Enzo Biffi Gentili e Luisa Perlo al MIAAO (Museo Internazionale delle Arti Applicate Oggi) - apertasi il 20 febbraio e che si concluderà il 5 aprile 2009 - è stato editato come catalogo un numero speciale della rivista "AfterVille", quello di cui stiamo parlando. Si tratta di un nuovo fascicolo "da collezione”, tirato in 1500 copie, impreziosito da due manifesti/poster : uno dell'artista neofuturista Pablo Echaurren e uno dello studio torinese Undesign, appositamente realizzati per il Centenario del primo Manifesto del Futurismo ( si veda:  http://www.afterville.com/).
Due parole sulla mostra. Per quel che concerne l’architettura e la grafica sarà possibile prendere visione di alcuni notevoli lavori, tra i quali il celeberrimo quadro Cosmopoli (1925) di Ugo Pozzo (1900-1981), fondatore nel 1923 del Gruppo Futurista Torinese. I documenti messi a disposizione del pubblico, tutti di enorme valore storico, provengono dalla collezione, unica al mondo, di Pablo Echaurren e Claudia Salaris, una vera autorità, quest’ultima, in materia di futurismo.
Sono in mostra anche quadri, grafiche, arazzi e mosaici del geniale Pablo Echaurren. Un’opera, la sua, altrettanto “destabilizzante” quanto quella futurista, che pone il problema dell’eredità del futurismo. Un fenomeno culturale e artistico, dalle origini politiche complesse.
Scrive Enzo Biffi Gentili, direttore di "Afterville": “Quando abbiamo pensato di celebrare il Centenario del futurismo, come tanti in Italia e pochi in Piemonte (…) ci siamo posti una domanda: come evitare la commemorazione o di essere responsabili di una ‘evirazione’? E ci siamo detti, con linguaggio forse un po’ passatista: ‘Il problema è politico’. Perché la politica è questione cruciale, e imbarazzante, per il futurismo e per le sue liasons dangereuses con il fascismo. Ma noi possiamo rivendicare una exception piémontaise, documentata sin dagli anni Dieci del 900. Un solo esempio: nel 1913 una della due primissime prove di Antonio Gramsci, sotto lo pseudonimo di Alfa Gamma, sul torinese ‘Corriere Universitario’ è proprio dedicata a una apologia del futurismo (ma poi saranno molti, e anche clamorosi gli apporti repubblicani, socialisti e comunisti ‘locali’ al movimento, come si potrà evincere dalla lettura nelle pagine immediatamente successive di questo giornale)”.
Chiaro? Ma non vogliamo togliere ai lettori il piacere della scoperta, facendo nomi e cognomi. Anche perché il futurismo rosso+nero, arriva fino ai giorni nostri: “Afterville”, infatti, offre interventi di Giano Accame e Costanzo Preve. Più rosso e nero di così… Nonché un ricchissimo apparato iconografico, dove fa la parte del leone Pablo Echaurren, maestro di una energica poesia per immagini, sicuramente libertaria, e poco incasellabile politicamente. E che lascia il segno: un’arte che cattura in ordine crescente prima gli occhi, attraverso i colori decisi; poi la mente attraverso le immagini, sempre sottilmente ragionate; infine il cuore attraverso quella perfetta simbiosi di passione e ragione che traspare da ogni opera di Pablo Echaurren. Davanti al suo metafuturismo - ci piace chiamarlo così perché invera il messaggio dei profeti di Parigi- Marinetti prima si sarebbe interrogato pensoso; poi avrebbe interrogato Echaurren; infine lo avrebbe rumorosamente abbracciato. Esageriamo? Andate allora a visitare la mostra...
Si segnala, sempre nello stesso fascicolo, la notevole intervista di Enzo Biffi Gentili a Giano Accame. Particolarmente gradita soprattutto perché vi si annuncia che il suo libro sulla morte dei fascisti “sta giungendo alle pagine finali”.
Un chicca: quanto al rapporto, spesso criticato, tra Marinetti e la guerra come “igiene del mondo”, ma anche con la pittura di Pablo Echaurren, dove spesso i teschi non mancano, Giano Accame nota: “ L’elenco dei futuristi caduti, feriti e decorati conferma (…) una disponibilità atavica a donare la vita per la patria. La costante esaltazione della guerra da La battaglia di Tripoli (26 ottobre 1911) descritta in una breve missione come corrispondente di guerra in Libia; a (…) Canto eroi e macchine della guerra mussoliniana (1942) e alla partecipazione alla campagna di Russia da cui tornerà con il cuore a pezzi per gli strapazzi a 66 anni; sino al (…) Quarto d’ora di poesia della X Mas ha contribuito a rendere più lontano dalla prevalente sensibilità del Duemila il Marinetti politico. Dopo Auschwitz, Hiroshima e Nagasaki questo aspetto del futurismo è ormai fuori tempo; (…). Pablo [Echaurren, N.d.R.] appartiene a generazioni conquistate all’idea della pace, della creatività non violenta e nelle loro riscoperta del futurismo disposte a concedere tutt’al più qualche licenza al gesto distruttore dei libertari. I simboli della morte che circolano nei suoi quadri appartengono, come la sempre più vasta letteratura su questo tema, a una visione più attuale, nebbiosa, angosciata della modernità. Un secolo fa i futuristi morivano, e sfacciatamente campavano, allegramente. Mentre una non sempre politicamente disinteressata devozione alla pace - purché non eterna! - oggi rischia di renderci inguaribilmente più nevrotici e tristi di allora”.
Un grazie a Giano Accame per la zampata finale... Come dire: il vecchio lupo perde il pelo ma non il vizio. Destra sociale e futurista. Ma niente a che vedere con Alemanno e Fini.

Carlo Gambescia

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