lunedì 23 febbraio 2009

Attenti a quei due 

Il Gotha di An è la destra salottiera 

Quale sarà il cammino della nuova destra che confluirà nel Pdl di Silvio Berlusconi?
Alleanza Nazionale prepara il documento, che come vedremo ricorda più che altro l’album delle figurine Panini di veltroniana memoria. Ma in vista di che cosa ? Dell’assemblea filosovietica, questa sì altro che la Costituzione italiana, che deciderà lo scioglimento del partito. Come dire: aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più. Forza Italia e chi ci starà. Sulla tavola già apparecchiata si può essere d’accordo, visto che stanno tutti al governo. Sull’amico in più, si vedrà.
E così un gruppo di lavoro ( la crema della crema, pare) è stato incaricato di redigere un elenco di padri spirituali da portare in dote al partito unico.
In vista della fusione si riscrivono le (parola grossa) coordinate ideali, e probabilmente di gran fretta, tipo notte prima degli esami, passata sul Bignami.
Del resto, come direbbe il Dottor Freiss di Tutti per pazzi per amore (chissà, non è detto che non ci finisca pure lui nel documento di An): “Il marketing e la comunicazione impongono una nuova identità che sia conforme alle regole del villaggio globale”.
Il nuovo manifesto politico è affidato a un gruppo di giornalisti di area che frequenta abitualmente i salotti televisivi, presenzialisti di tutti i talk show che contano, pronti a tirare la volata al chiacchiericcio del politichese. Insomma tutta gente preparata. Quasi come la famigerata armata Brancaleone di Monicelli e Gassman: quella del “prendimi e dammiti cuccurucù” . Magari più sul “prendimi” ( voce del verbo prendere): contrattini, collaborazioni, cariche, giurie, eccetera, eccetera. Che sul “dammiti” (voce del verbo dare) nel senso di fare qualche sacrificio. Rinunciando alle prebende.
Il che significa che l’ intellighenzia della destra salottiera, politicamente corretta e banale, si è limitata a ratificare le scelte del conformismo culturale. Altrimenti niente “prendimi e cuccurucù”.
I miti nuovi di Alleanza Nazionale sono gli intellettuali antifascisti Piero Gobetti, e Pietro Calamandrei. E poi dice che uno si butta a destra... (sì, ma dove?).
Novità interessanti troviamo anche tra i nomi dei politici: oltre Berlusconi e Fini (il duce, anzi i duci hanno sempre ragione…). Nel pantheon aennino entra Helmut Kohl, uno dei padri del post-popolarismo europeo. Post, perché prima di lui c’erano due po-po-po-lari con le balle: come Konrad Adenauer e Ludwig Erhard. Padri autentici, non solo del po-po-la-ri-smo ma della rinascita tedesca nel dopoguerra. E costoro ovviamente nel Pantheon non ci sono. L’armata Brancaleone certe letture non le ha fatte. È ferma agli anni Ottanta. Ha ricominciato a leggere dopo la caduta del Muro di Berlino.
Ma questi fanno davvero sul serio. Lo capiamo quando nel documento leggiamo anche il nome di Enrico Mattei, che in effetti le “balle” le aveva, eppure grosse. Al punto di far incazzare i petrolieri americani. Di qui qualche dubbio su una sua scelta per un Pdl sdraiato a tappetino davanti a Berlusconi. Nel documento c’è spazio anche per i grandi della letteratura italiana come Dante, Foscolo e Leopardi. L’argenteria fa sempre comodo.
Non c’è che dire, gli intellettuali al servizio del partito sono davvero colti. Nel documento le appropriazioni identitarie sono state concertate come al gioco delle figurine Panini che si faceva da bambini: si gettano allegramente per aria e quelle che ricadono dalla parte del volto del calciatore, pardon, del padre della patria culturale di An, vincono .
Et voilà, il nuovo pantheon è pronto per essere servito. Con una platea così illustre, la destra salottiera sarà accreditata ufficialmente nella politica mediatica. E cosa più importante il “prendimi e cuccurucù”, potrà proseguire finché centrosinistra non li divida.
Non si scandalizzi nessuno se nel nuovo ideario della destra italiana che si scioglie nel berlusconismo non ci sia più posto per Giorgio Almirante. Ormai ridotto a una specie di Zazà senza Isaia. Che però nessuno cerca, ma che rimpiange a parole come nella più strappalacrime delle sceneggiate napoletane: “Addo’ sta Almirante Oh! Maronna mia!…
Il fondatore del Movimento Sociale rappresenta le radici. Quelle radici di cui An si vergogna e che possono risultare scomode nell’epoca della politica spettacolo e soprattutto del “prendimi e cuccurucù”.
L’attuale classe dirigente del partito non ha mai avuto travolgenti passioni per la letteratura e la cultura. Magari per i fumetti, sì. Certo, ad alcuni si doveva spiegare che le frasi dentro le nuvolette si dovevano leggere: guardare le figure non bastava. E ora, i colonnelli di An si sentono tutti autorevoli rappresentanti dell’Accademia dei Lincei, dantisti d’eccezione e profondi conoscitori della poetica leopardiana.
Lo storico leader del Msi per tutti loro è stato il padre spirituale che li ha iniziati alla politica vera. Quella per capirsi, del solo “dammiti”, senza “prendimi e cuccurucù”.
Sarà proprio per questo che oggi hanno deciso di dargli il benservito.
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Carlo Gambescia 

Nicola Vacca 


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